Le fasi dell'educazione
Inviato: 11/11/2014, 18:21
Nasciamo, giocattoli dell'istinto e dei desideri dei nostri genitori.
Dopo alcuni anni iniziano a parlarci di cose assurde, di cicogne, di Babbo Natale. Quello che serve per introdurre quel minimo di malattia mentale che serve sempre.
Cresciamo e veniamo indottrinati, ci è insegnato il rispetto e l'ipocrisia, impariamo come diventare pecore, come diventare normali. Se sgarri preoccupi, devi essere come ogni altra persona, o gli psicologi esistono per te.
Tu devi salutare e dire "grazie" non perché davvero tu voglia farlo, no, no.
Devi farlo perché, altrimenti, tua madre fa una brutta figura.
Si, una "figura", una figura di merda! Inizia fin da subito a capire che la sostanza non conta, l'immagine è ciò che importa. Cresci con quest'idea fino ad inglobarla: non crederai, non lo ammetterai ma sarà la base del tuo comportamento.
E, già che ci sei, impara a rispettare l'ipocrisia di chi ti dà semplici ordini come non tenere le gambe accavallate o non stare "in mezzo alla strada", ma lo fa e può farlo perché è un'autorità e tu sei un sottoposto.
Impara ad ubbidire e consolati pensando che, in futuro, altri dovranno ubbidire a te. Sappi che c'è chi comanda e chi subisce ed è giusto così.
Ci sono persone migliori e peggiori. Dipende dallo status.
Infine, scopri con piacere le prima citate menzogne a fin di bene.
Esse sono giustificate dalla tradizione. La tradizione impone di mentire.
Se tradizione e morale entrano in conflitto, la tradizione deve prevalere. Tu non devi essere te stesso, non devi fare ciò che senti, tu sei un ingranaggio della società, come una cellula in un corpo.
Tu non devi amare il prossimo in base a chi sei tu, in base a chi è lui o in base alla tua vita. Tu devi provare affetto in base alla fregna da cui sei uscito.
E poi, diciamocelo, questo metodo di educazione ha sempre funzionato bene, no?
Dopo alcuni anni iniziano a parlarci di cose assurde, di cicogne, di Babbo Natale. Quello che serve per introdurre quel minimo di malattia mentale che serve sempre.
Cresciamo e veniamo indottrinati, ci è insegnato il rispetto e l'ipocrisia, impariamo come diventare pecore, come diventare normali. Se sgarri preoccupi, devi essere come ogni altra persona, o gli psicologi esistono per te.
Tu devi salutare e dire "grazie" non perché davvero tu voglia farlo, no, no.
Devi farlo perché, altrimenti, tua madre fa una brutta figura.
Si, una "figura", una figura di merda! Inizia fin da subito a capire che la sostanza non conta, l'immagine è ciò che importa. Cresci con quest'idea fino ad inglobarla: non crederai, non lo ammetterai ma sarà la base del tuo comportamento.
E, già che ci sei, impara a rispettare l'ipocrisia di chi ti dà semplici ordini come non tenere le gambe accavallate o non stare "in mezzo alla strada", ma lo fa e può farlo perché è un'autorità e tu sei un sottoposto.
Impara ad ubbidire e consolati pensando che, in futuro, altri dovranno ubbidire a te. Sappi che c'è chi comanda e chi subisce ed è giusto così.
Ci sono persone migliori e peggiori. Dipende dallo status.
Infine, scopri con piacere le prima citate menzogne a fin di bene.
Esse sono giustificate dalla tradizione. La tradizione impone di mentire.
Se tradizione e morale entrano in conflitto, la tradizione deve prevalere. Tu non devi essere te stesso, non devi fare ciò che senti, tu sei un ingranaggio della società, come una cellula in un corpo.
Tu non devi amare il prossimo in base a chi sei tu, in base a chi è lui o in base alla tua vita. Tu devi provare affetto in base alla fregna da cui sei uscito.
E poi, diciamocelo, questo metodo di educazione ha sempre funzionato bene, no?