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Paradosso dei gemelli

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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da Martianbuddy » 01/03/2015, 20:24

francesco.aliotta ha scritto:Ad esempio, il punto centrale dell'Universo è una cosa che non ha senso. Ogni punto dello spazio può apparire come il punto centrale dell'Universo.

Si, ma se un giorno dovessimo scoprire che l'universo è finito e magari è quadrato, o tondo (tanto per dire), allora poi potremmo trovargli un centro, proprio perchè abbiamo dei parametri estremi...
Non ha senso parlare di un centro dell'universo proprio perchè non abbiamo quei parametri estremi...no? appunto ho detto che in loro assenza, un centro sarebbe il centro di cosa? non avrebbe senso...

francesco.aliotta ha scritto:Se non introduci, arbitrariamente, gli estremi non puoi individuare alcun elemento centrale.

Stiamo dicendo la stessa cosa...

Per quanto riguarda i libri, prima devo finire quello che sto attualmente leggendo, poi penso che comprerò quello che parla del tempo sicuramente, e se servirà leggerò anche quell'altro...

Ho un'ultima domanda: tu hai detto:
francesco.aliotta ha scritto: Il tempo è una relazione tra mutamenti e non ha nulla a che vedere con i mutamenti in quanto tali.

Ok, e per quanto riguarda i mutamenti in quanto tali? cosa dice la scienza? cosa mi puoi dire?
perchè mi accorgo effettivamente che il tempo per come lo intendo io riguarda non la relazione dei mutamenti ma i cambiamenti effettivi, non relazionati ad altri cambiamenti, ma proprio il concetto di cambiamento nell'universo e punto... cosa mi puoi dire al riguardo? (lascia stare tutto il mio discorso, ma riguardo al cambiamento in quanto tale, non la relazione, cosa dice la scienza?).
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da francesco.aliotta » 01/03/2015, 21:09

Si, ma se un giorno dovessimo scoprire che l'universo è finito e magari è quadrato, o tondo (tanto per dire), allora poi potremmo trovargli un centro, proprio perchè abbiamo dei parametri estremi..


Direi che al momento dovremmo escludere questa possibilità, o almeno ritenerla estremamente improbabile. L'espansione dello spazio-tempo è sostanzialmente un fatto osservato. Big Bang o non Big Bang, l'espansione dello spazio tempo e la teoria della Relatività escludono la possibilità di un centro dell'Universo, pur essendo finito l'Universo in quanto tale. La Relatività dello spazio-tempo implica la relatività della posizione di ciò che tu chiami i limiti dell'Universo

Ok, e per quanto riguarda i mutamenti in quanto tali? cosa dice la scienza? cosa mi puoi dire?


I mutamenti non sono altro che, come hai detto tu, il venire in essere di diverse configurazioni dell'Universo.
Le configurazioni cambiano nel tempo. In cambiamento delle configurazioni nel tempo è ciò che si chiama mutamento. Non è molto diverso dal concetto di traiettoria. La traiettoria è la variazione delle posizioni occupate nel tempo. La traiettoria (cioè lo spazio occupato) è una cosa ed il tempo è un'altra. La rapidità con cui cambiano le posizioni nel tempo è ciò che chiamiamo velocità. E la velocità è un'altra cosa. Non è ne una posizione (spazio) ne un tempo. Il mutamento è l'analogo della traiettoria e la rapidità del mutamento è l'analogo della velocità. Non mi pare che ci sia molto di più da dire.
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da Martianbuddy » 01/03/2015, 22:46

francesco.aliotta ha scritto:I mutamenti non sono altro che, come hai detto tu, il venire in essere di diverse configurazioni dell'Universo.

Ok, adesso allora scaturisce un'altra domanda: perchè l'universo deve cambiare? non mi interessa come cambia o quanto cambia, o rispetto a cosa o tutto ciò che abbiamo detto, la domanda è: perchè l'universo cambia? perchè deve cambiare? cos'è che gli dice che deve cambiare sempre?
Credo che questa sia una domanda difficile, o forse è la risposta ad esserlo, almeno a me sembra così.

francesco.aliotta ha scritto:La traiettoria è la variazione delle posizioni occupate nel tempo.

Può essere detto che la traiettoria è la variazione delle posizioni nello (e dello?) spazio occupate in un determinato frangente di configurazioni di cambiamento preso in considerazione?
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da francesco.aliotta » 02/03/2015, 8:00

perchè l'universo cambia? perchè deve cambiare? cos'è che gli dice che deve cambiare sempre?


Una plausibile risposta è: perché, come tutti i sistemi, va verso l'equilibrio. I mutamenti avvengono sempre con produzione di entropia e l'universo tende a massimizzare la sua entropia.

Ti ho già raccontato per sommi capi cosa l'entropia sia. Non chiedermi perchè debba aumentare. Siamo arrivati al Principio!

Può essere detto che la traiettoria è la variazione delle posizioni nello (e dello?) spazio occupate in un determinato frangente di configurazioni di cambiamento preso in considerazione?


Assolutamente no! Il tuo improbabile "frangente di configurazioni di cambiamento" se analizzato semanticamente (compito arduo) si riduce alla "variazione di posizioni". Cioè hai prodotto una tautologia.

Le posizioni cambiano nel tempo, che ti piaccia o no. E' del tutto inutile ostinarsi a voler rimuovere la parola tempo come distinta dalla parola spazio.
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da Martianbuddy » 14/03/2015, 11:38

Ok francesco, ho riletto tutte le maledettissime 23 pagine scritte fin qui, ho perso come minimo 10 anni di vita nel farlo ma ce l'ho fatta, il problema è che continuo a vedere la cosa come prima... ho capito quello che mi scrivi, e concordo praticamente con tutto ciò che mi hai detto, eppure a me il tempo continua ad apparire fisso... non è per cattiveria o per presunzione, non dico che ho ragione per forza, ma per ora non ho ancora trovato una esauriente risposta alle mie strane domande che mi faccia cambiare punto di vista...

Vorrei provare ancora a farti un esempio semplice, e ti chiedo di rispondermi non matematicamente o cose del genere, ma proprio a livello di logica, semplice e pura.
Magari così, se stessi sbagliando, me ne potrei accorgere comprendendo l'errore con il mio modo di ragionare.

È un esempio semplicissimo: i protagonisti sono due orologi ( atomici, normali, come ti pare). Prendiamo come luogo ipotetico per l'esempio due montagne, alte facciamo 5000 metri ciascuna.
Sappiamo che se posizionassi un orologio al livello del mare e l'altro sulla vetta a 5000 metri, quello sul mare misurerebbe il tempo più lentamente, sarebbe "rallentato" rispetto a quello sulla montagna, giusto? Questo perché sulla vetta della montagna la gravità è leggermente meno forte perché più lontano dal centro del pianeta, giusto?
Detto questo torniamo all'esempio: le varie posizioni nello spazio dove si trovano questi orologi le chiamo "condizioni" (fammi passare il termine, ci serve solo per capire cosa intendo con la parola condizioni). Ora: mettiamo per esempio che io mettessi il primo orologio sulla vetta del primo Monte (5000metri), e posizionassi il secondo orologio sulla vetta del secondo Monte (sempre a 5000 metri), mettiamo che le condizioni nelle quali si trovano i due orologi siano le stesse identiche (stessa gravità, gli orologi non si muovono ma restano fermi e cose così) e i due orologio sono sincronizzati ugualmente alla stessa ora ( più o meno, è per capirci, cioè che fanno lo stesso orario, per quanto sia possibile sincronizzarli ugualmente). In poche parole: se si trovassero nelle stesse condizioni e fossero soggetti alle stesse forze come nell'esempio, misurerebbero lo stesso tempo?
Se si come penso, questo non vorrebbe dire che il tempo, a parità di condizioni nello spazio nelle quali si manifesta e si misura, è uguale perché è fisso? E diventa diverso quando variano le condizioni spaziali sulle quali si manifesta e si misura? Tipo che l'orologio che sta a valle sarà rallentato rispetto a quello che sta sulla vetta perché saranno diverse le condizioni nelle quali il tempo si manifesta a quegli orologi? Ovvero la differente gravità che li investe? Quindi non vorrebbe dire che a far diventare il tempo relativo non è il tempo stesso ma le condizioni della materia nelle quali lo si misura con gli orologi?
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da francesco.aliotta » 16/03/2015, 13:58

mettiamo che le condizioni nelle quali si trovano i due orologi siano le stesse identiche (stessa gravità, gli orologi non si muovono ma restano fermi e cose così) e i due orologio sono sincronizzati ugualmente alla stessa ora ( più o meno, è per capirci, cioè che fanno lo stesso orario, per quanto sia possibile sincronizzarli ugualmente). In poche parole: se si trovassero nelle stesse condizioni e fossero soggetti alle stesse forze come nell'esempio, misurerebbero lo stesso tempo?


Dalle tue parole sembrerebbe che tu abbia intuito che c'è qualche problema con la sincronizzazione degli orologi. La verità è che non potrai mai sincronizzare i due orologi. Potresti immaginare di stare su una delle due montagne e di osservare l'altro orologio con un telescopio. Potresti fare in modo che quando quell'orologio segna le 12 in punto anche il tuo segna a stessa ora. Pensi che adottando questa procedura avrai sincronizzato gli orologi? Assolutamente no! Pensa di dare un telescopio ad un osservatore che si trova sull'altra montagna. Lui vedrà che il tuo orologio va indietro, anche se tu continuerai a vederlo sincrono con il suo. Torni a buttarti a capofitto nel solito errore di voler descrivere come indipendenti spazio e tempo. I nostri due osservatori sulle due montagne, per il solo fatto di essere localizzati in due punti dello spazio diversi, non vivono lo stesso tempo. Eventi che per uno dei due sono temporalmente coincidenti non lo sono per l'altro. L'errore sta nel parlare di sincronizzazione. Non vi è la minima possibilità di sincronizzare nulla. Eventi che appaiono sincroni in un sistema di riferimento non lo sono in un altro. Una semplice traslazione (come lo spostarsi da una vetta all'altra) è sufficiente.
Quindi i tempi locali sono definitivamente differenti. Quello che sei riuscito a fare, con il tuo esempio, è di aver realizzato due sistemi di riferimento in quiete l'uno rispetto all'altro e in cui sono presenti le stesse accelerazioni. In queste condizioni, il tempo scorre con la stessa velocità (pur non essendoci sincronismo).

Il problema è che tu individui con la parola "condizione" quello che si indica in genere con la locuzione "sistema di riferimento". Avere accelerazioni diverse significa trovarsi in sistemi di riferimento diversi. E trovarsi in sistemi di riferimento diversi significa che le nostre misure di intervalli di tempo o di distanze spaziali forniranno risultati diversi. E gli effetti su spazio e tempo sono dati dalle accelerazioni, non dalla materia. Potrei mettere uno dei due osservatori nel vuoto e farlo muovere velocemente lungo un percorso chiuso. Se l'accelerazione assume lo stesso valore che l'accelerazione di gravità aveva sulla montagna, non avrò modo di distinguere tra l'osservatore sulla montagna e quello nel vuoto. In sintesi, la materia di per se non c'entra molto. La materia produce una distorsione dello spazio dovuta all'accelerazione di gravità. Ma posso benissimo fare la stessa cosa creando io delle accelerazioni anche in assenza di materia.

Non è un problema di materia. La distorsione di spazio e tempo non ha a che vedere con la presenza di materia o con lo stato della materia di cui son fatti gli orologi. Le distorsioni osservate nel passaggio da un sistema di riferimento e l'altro sono dovute alla velocità relativa dei due sistemi o alle differenti accelerazioni esistenti nei due sistemi.
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da Martianbuddy » 16/03/2015, 22:28

francesco.aliotta ha scritto:Dalle tue parole sembrerebbe che tu abbia intuito che c'è qualche problema con la sincronizzazione degli orologi.

Si, mi ricordo che mi avevi fatto il discorso che non è possibile sincronizzare esattamente due orologi. Io intendo che, apparte le minime differenze inevitabili, i due orologi facciano più o meno la stessa ora e la differenza tra essi non aumenti o diminuisca.

francesco.aliotta ha scritto:Torni a buttarti a capofitto nel solito errore di voler descrivere come indipendenti spazio e tempo.

Veramente non lì vedo indipendenti per niente, anzi lì vedo strettamente ed inevitabilmente correlati l'un l'altro...

francesco.aliotta ha scritto: I nostri due osservatori sulle due montagne, per il solo fatto di essere localizzati in due punti dello spazio diversi, non vivono lo stesso tempo.

Ok, come abbiamo detto non possiamo perfettamente sincronizzarli, ci saranno delle lievi differenze tra loro, ma quello che ti sto chiedendo è che, tranne quelle lievi differenze inevitabili, se quegli orologi si troveranno soggetti alle stesse identiche forze o accelerazioni o quello che dici tu, quella differenza inevitabile tra di essi cambierà in quantità o no?

francesco.aliotta ha scritto:Quindi i tempi locali sono definitivamente differenti. Quello che sei riuscito a fare, con il tuo esempio, è di aver realizzato due sistemi di riferimento in quiete l'uno rispetto all'altro e in cui sono presenti le stesse accelerazioni. In queste condizioni, il tempo scorre con la stessa velocità (pur non essendoci sincronismo).

Credo tu mi abbia risposto qui!!! È proprio quello che sto cercando di dire!!! Quindi la quantità di differenza tra essi non varierà più di quanto non sia impossibile sincronizzarli all'inizio giusto? E questo non vuol dire che la quantità di cambiamento che gli orologi segnano varia perché variano le accelerazioni che lì investono? Ed a parità di "condizioni" segnerebbero lo stesso tempo (pur continuando a non essere sincronizzati) perché il tempo è fisso?

Il punto che non capisco è questo: se a parità di condizioni ( hai ragione, il termine è improprio, ma credo tu abbia capito cosa intendo con condizioni) gli orologi segneranno la stessa ora che, esclusa impossibilità di sincronizzazione, non cambierà tra essi, come è possibile una cosa del genere se il tempo non è fisso??
Nel senso: se il tempo non fosse fisso, come possono segnare lo stesso quantitativo di tempo? Non potrebbero mai segnare lo stesso tempo... se segnano lo stesso tempo (a parità di condizioni) allora il tempo non può che essere fisso... non è così?
Poi ovviamente nel quotidiano le cose si comportano ognuna nel proprio modo e quindi le condizioni difficilmente saranno simili tra esse, ed ovviamente il tempo misurato sarà relativo, ma perché sono diverse le accelerazioni subite, non il fatto che il tempo cambia le cose, qualsiasi cosa, in egual misura... (come principio, perché poi di fatto le cose cambiano diversamente perché sono relativizzate alle forze che subiscono, come mi hai detto tu per l'accelerazione).
Francesco credimi, io non voglio avere ragione per forza, ma tutte le tue risposte mi confermano sempre di più quello che penso... tutto quelli che mi dici, anche se dici che mi sbaglio, è compatibile con quello che capisco del tempo... come è possibile?
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da francesco.aliotta » 17/03/2015, 11:50

Il punto che non capisco è questo: se a parità di condizioni ( hai ragione, il termine è improprio, ma credo tu abbia capito cosa intendo con condizioni) gli orologi segneranno la stessa ora che, esclusa impossibilità di sincronizzazione, non cambierà tra essi, come è possibile una cosa del genere se il tempo non è fisso??


E' chiaro che continui a non capire e che continui a non tener conto dello spazio. I due orologi non sono nelle stesse condizioni per il fatto ovvio di trovarsi in due posizioni diverse. Non posso sincronizzarli e quindi ho una differenza di lettura sistematica. Ma è diverso anche l'Universo che viene visto dalle due posizioni. E' facile trovare due aventi A e B tali che, cronometrati da uno dei due orologi A preceda B mentre, cronometrati con l'altro, avviene esattamente il contrario. Altro che misurare tempi fissi. L'unica cosa che rimane fissa in questo caso è che se un orologio ha misurato un minuto farà lo stesso l'altro orologio. Ma gli eventi che si susseguono in quel minuto sono diversi per i due orologi, Si tratta di due storie diverse, che durano entrambe un minuto. Ma sono storie, e quindi tempi, diverse. Anche noi due possiamo decidere di percorrere ognuno di noi 10km lungo le nostre strade. Avremo percorso 10km entrambi. Spero che non ti venga in mente di dire che abbiamo viaggiato nello stesso spazio! Stessa cosa col tempo. Non ha senso confrontare i tempi di due orologi se non tieni allo stesso tempo in debita considerazione la loro collocazione spaziale. La perdita di sincronismo non è un effetto secondario. E' proprio quello che rende impossibile parlare di un tempo fisso anche in esempi come quello che tu hai proposto.

tutto quelli che mi dici, anche se dici che mi sbaglio, è compatibile con quello che capisco del tempo... come è possibile?

E' possibile perchè tu non vuoi vedere l'incompatibilità. La perdita di sincronismo rende tutto incompatibile. Poi, tu puoi sempre far finta che gli effetti della perdita di sincronismo siano trascurabili e quindi decidere di ignorarli. Ma se li ignori non vedi le incompatibilità e non fai un solo passo verso la comprensione di cosa siano spazio e tempo.
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da Martianbuddy » 17/03/2015, 16:17

Ok, capisco il fatto che non ci può essere sincronismo perché sono effettivamente due orologi diversi situati in luoghi spaziali diversi. Questo comporta che di base non condividano lo stesso spazio e quindi non possano MAI misurare lo stesso tempo, è vero (giusto?). Questo lo capisco, ma non è incompatibile con ciò che affermo.
Quello che mi sembra è questo: nessuna cosa, compresi gli orologi, può essere investita dallo stesso tempo per il fatto che ogni cosa è uguale a se stessa e diversa da qualcos'altro che non è essa stessa, quindi anche se di poco o di tanto nessuna cosa sarà nella stessa identica posizione rispetto a qualcos'altro per il semplice fatto che è qualcos'altro... se non lo fosse, sarebbe l'oggetto stesso e non qualcosa di diverso... questo mi sembra significhi che nessun orologio, proprio come principio, per il fatto stesso che sono orologi diversi, occuperanno spazi diversi e verranno investiti inevitabilmente da tempi diversi come dici tu. In questo concorso ed è ovvio. (Ho capito bene? È questo che mi stai dicendo?).
Quello che sto cercando però di dire è un'altra cosa, e si riferisce a questo:
francesco.aliotta ha scritto:L'unica cosa che rimane fissa in questo caso è che se un orologio ha misurato un minuto farà lo stesso l'altro orologio

È di questo che parlo, mi spiego: come gia detto, nessun orologio ( visto che non può ovviamente condividere la stessa esatta posizione spaziale con un altro orologio e quindi non potrà essere perfettamente sincronizzato) subirà lo stesso tipo di tempo, ma non è il tempo ad essere diverso ma le condizioni spaziali dell'orologio in questione ( e questo è inevitabile visto che sono orologi diversi, e visto che avranno per forza posizioni spaziali uniche avranno anche tempi unici ognuno di loro...), perché oltre l'inevitabile non sincronismo di due orologi tra di loro (causa ciò che mi hai detto dello spazio e del tempo che è diverso) se messi nelle stesse condizioni di forze (come nell'esempio mio delle montagne dove non subiscono movimento e subiscono la stessa accelerazione gravitazionale) essi misureranno la stessa quantità di cambiamento! (eccetto ovviamente il fatto che non possono segnare lo stesso tempo perché sono oggetti diversi in spazi e tempi propri esclusivi ad ognuno di loro, ma è ovvio che non potranno mai farlo...).
Ma se nelle stesse condizioni misureranno lo stesso quantitativo di cambiamento, questo non è sinonimo che la quantità di cambiamento che le cose subiscono è di base fissa e che diventa relativa perché dipende dalle condizioni nelle quali si trova l'oggetto in questione? Se la quantità di cambiamento non fosse fissa, come potrebbero gli orologi misurare lo stesso quantitativo di cambiamento (come hai detto tu, un minuto)?

Quello che mi dici tu ti assicuro che mi sto sforzando di capirlo, ma è ovvio che ogni oggetto occupa uno spazio ed un tempo proprio unico a se stesso perché è qualcosa di diverso rispetto a qualcos'altro, quindi ogni oggetto ha una ""storia"" unica e personale e diversa da qualsiasi altro oggetto, ma in ogni caso, oltre la sua ovvia unicità, viene investito da una quantità di cambiamento che è fissa e che viene "filtrata e diluita" relativamente alle varie condizioni e comportamenti dei vari oggetti (come le diverse forze che subiscono), ed in ogni caso qualsiasi oggetto o cosa condivide lo stesso spazio con tutte le altre cose, che è la nostra dimensione ( l'universo) che è uguale e lo stesso per tutto ciò che comprende... e ogni oggetto condivide con qualsiasi altra cosa il fatto che deve per forza ed inevitabilmente cambiare continuamente rispetto a come è...
Puoi rispondermi, per quanto possibile, a tutte le domande che ho fatto per favore ( se ce n'è bisogno)? Perché se non ricevo una risposta ad una domanda poi rimango nel dubbio e mi mancano gli elementi per fare un ragionamento più ampio e completo.
Grazie come sempre.
francesco.aliotta
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Re: Paradosso dei gemelli

Messaggio da francesco.aliotta » 17/03/2015, 18:22

Ok, capisco il fatto che non ci può essere sincronismo perché sono effettivamente due orologi diversi situati in luoghi spaziali diversi.

e poi hai scritto altre cose su cui apparentemente concordiamo.
Dico apparentemente, perché è dall'inizio di questa storia senza fine che cerco di spiegarti che il problema dei due gemelli può essere compreso solo se si ragiona in termini di spazio-tempo. Tu dici di comprendere...ma poi te ne torni bellamente a riproporre argomenti unicamente centrati sul tempo. Questo è schizofrenico! Se hai compreso quello che ho provato a raccontarti dovresti essere giunto alla conclusione che parlare della misura della distanza temporale tra eventi è un discorso monco in partenza. E in quanto discorso monco non può portare a nessuna conclusone logica. Continuo a dirti che se vuoi capire qualcosa devi parlare solo di spazio-tempo. Io continuo a dirtelo...ma tu continui a parlare di tempo. Così non potremo convergere mai! Se è vero che hai capito, parti da quello che hai capito e prova a costruire il resto. Cancellare metà del discorso per lasciare in piedi la tesi di un tempo assoluto è una cosa priva di senso.

oltre l'inevitabile non sincronismo di due orologi tra di loro (causa ciò che mi hai detto dello spazio e del tempo che è diverso) se messi nelle stesse condizioni di forze (come nell'esempio mio delle montagne dove non subiscono movimento e subiscono la stessa accelerazione gravitazionale) essi misureranno la stessa quantità di cambiamento!

Vogliamo eliminare una volta per tutte locuzioni come"quantità di cambiamento" e simili dato che sono prive di alcun significato? Gli orologi misurano il tempo che a te piaccia o no. Non puoi risolvere le tue difficoltà cambiando il nome delle cose. Fai solo confusione, non ti fai capire e, cosa anche peggiore, non migliori nemmeno la tua comprensione. I due orologi sono due sistemi fisici che obbediscono a leggi fisiche che rimangono rigorosamente valide in qualsiasi sistema di riferimento. I sistemi fisici si evolvono con delle costanti di tempo note e noi utilizziamo l'evoluzione del sistema per misurare il tempo. Ma l'evoluzione del sistema, o i cambiamenti che avvengono nel sistema, sono solo una maniera per visualizzare il tempo: non puoi confonderli con il tempo. Il tempo esiste a prescindere dal tuo orologio.

Se la quantità di cambiamento non fosse fissa, come potrebbero gli orologi misurare lo stesso quantitativo di cambiamento (come hai detto tu, un minuto)?

Qui stai nuovamente ignorando il fatto che dovresti parlar di spazio-tempo e non di tempo. Chi ti autorizza a dire che il minuto misurato da un orologio è lo stesso minuto misurato dall'altro? I due intervalli di tempo hanno la stessa durata. E allora? Cosa ti autorizza a dire che i due orologi stanno misurando la stessa cosa? Perché continui ad ignorare l'analogia tra due percorsi spaziali lunghi entrambi 10 km? E' esattamente la stessa cosa! Hai due distanze (spaziali o temporali) identiche ma questo non significa che tu abbia misurato lo stesso spazio o lo stesso tempo.

Poi, vorrei farti notare che volendo restare a discutere senza utilizzare matematica, la tua scelta di spostare la discussione nel campo della Relatività Generale è alquanto imprudente. La Relatività Generale è una teoria della geometria dello spazio tempo che richiede l'utilizzo di trasformazioni matematicamente complicate per passare da un sistema di riferimento all'altro. Il mio consiglio è di cercare di autolimitarti a restare nell'ambito della Relatività Speciale, molto più maneggiabile a livello intuitivo.
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