Forse ti e' sfuggito il termine che ho utilizzato "magicamente" cioe' "per assurdo".
Quello che volevo dirti quando ti ho detto cha la domanda così posta è illogica è proprio il fatto che, in questo caso, il ragionamento per assurdo si dimostra letteralmente tale.
Cerco di spiegarmi meglio che posso. Le cosidette trasformazioni di Lorentz dicono semplicemente come le cose sono viste dal punto di vista di due distinti sistemi di riferimento inerziali. Dire che i sistemi di riferimento sono inerziali significa che essi si muovono di moto rettilineo uniforme l'uno rispetto all'altro. Quindi i due sistemi non potranno mai coincidere, se non in un ipotetico istante nel quale le due traiettorie delle loro due origini coincidono. In accordo con le trasformazioni di Lorentz, se sei sul treno vedrai sempre che il tempo della stazione è contratto rispetto al tuo. Ed anche lo spazio, nella direzione del moto ti appare contratto. Se sei in stazione vedrai la cosa opposta: ciò che ti appare contratto è il trascorrere del tempo sul treno e lo spazio percorso dal treno.
Nessuna contraddizione in tutto ciò: le equazioni di Lorentz non descrivono una realtà oggettiva che, per quanto riguarda spazio e tempo, non esiste ma solo una realtà percepita da ognuno dei due osservatori, ognuno per sempre nel suo sistema di riferimento.
Ora, non appena tu dici che magicamente i due osservatori si ricongiungono violi le premesse di tutto il discorso. E' per questo che ti dico che è illogico: il tuo "magicamente" è in palese contraddizione con le premesse. I due osservatori che prima erano in due sistemi di rifrimento diversi ora si trovano a condividere un unico sistema di riferimento.
Il fatto che due osservatori che prima si muovevano di moto rettilineo uniforme siano ora fermi l'uno rispetto all'altro potrai anche ottenerlo "magicamente" ma nel farlo stai implicitamente assumendo che almeno uno dei due abbia variato la sua velocità per portarla in parità con quella dell'altro. Puoi anche immaginare che, nell'esempio di cui stavamo discutendo, il momento in cui avviene la variazione di velocità sia il momento in cui il treno arriva in stazione (che sarebbe il momento in cui le traiettorie rettilinee dei loro sistemi di riferimento si intersecano). Sino a quel momento si sono mossi tutti e due di moto rettilineo uniforme ma in quel momento la velocità di uno dei due è cambiata all'improvviso, cioè ha subito un'accelerazione.
Ritornando al nostro vagone Aspie giustamente ha fatto notare che dal punto di vista dell'osservatore sul treno i binari si accorciano e la stazione risulta piu' vicina per cui l'esplosione avviene dopo la stazione stessa.
Ho riletto i post di Aspie e non mi pare che abbia mai detto questo: ha semplicemente detto che dal punto di vista della stazione il treno ha percorso una distanza inferiore a quella misurata dal viaggiatore. Ma anche il tempo intercorso tra l'emissione del segnale e la sua ricezione è visto contratto. Il risultato è che il raggio non manca il bersaglio, anzi lo colpisce certamente in pieno.
Il fatto è che il momento ed il luogo dell'esplosione sono il punto (nello spazio-tempo) in cui le traiettorie delle origini dei due sistemi di riferimento si intersecano. Il momento ed il luogo dell'esplosione sono un momento ed un luogo condivisi dai due osservatori. Questo fatto è implicito nelle premesse del tuo discordo: sei tu che hai detto che il treno esplode in stazione quando il segnale colpisce il sensore. E questo momento coincide, per definizione, con il momento in cui il secondo segnale partito da una sorgente ferma rispetto alla stazione colpisce il secondo sensore fermo in stazione. Queste sono le premesse e non è logico pensare che possano cambiare strada facendo.
Quello che cambia è il punto ed il momento in cui ognuno dei due segnali è visto partire da ognuno dei due osservatori.
Spero che questo punto sia chiaro.
Torniamo ora al "magico" rallentamento del treno che si ferma in stazione improvvisamente nell'esatto momento in cui viene colpito il suo sensore (cio' giusto un attimo prima di esplodere).
Come ti ho detto, ti piaccia o no, questo fatto implica inevitabilmente un'accelerazione.
L'esistenza di questa accelerazione implica che le cose cambino enormemente rispetto a quanto abbiamo detto sino ad ora. Anche provando a fare le cose magicamente, devo almeno utilizzare le trasformazioni di Lorentz in una maniera diversa da quanto fatto prima. Dopo la magia i due osservatori condividono lo stesso sistema di riferimento. Questo significa che da quel momento in poi tutti e due vedono la stessa cosa. Quello che viaggiava ora guarda verso la strada percorsa e vede il percorso che ha sempre visto l'osservatore in stazione, non quello che vedeva mentre il treno era in moto. Guarda il suo orologio da polso e vede che è indietro rispetto a quello dell'osservatore in stazione, indipendentemente dal fatto che, mentre il treno correva, lui fosse convinto giustamente del contrario. Il fatto che lui si sia magicamente fermato (abbia cioè cambiato la sua velocità e quindi abbia accelerato) ha rimosso indubitabilmente la simmetria che vedevamo prima. La simmetria delle osservazioni riguarda due osservatori in moto l'uno rispetto all'altro. Ora i due ossevatori sono fermi e devono vedere entrambi la stessa cosa. Quello in stazione vede che il viaggiatore è più giovane di lui. E l'osservatore che prima era sul treno è d'accordo con questa osservazione. Lui è più giovane, glielo dice anche il suo orologio. Per passare dal punto di vista di un osservatore a quello dell'altro, dopo che il treno si è fermato, puoi anche pensare di continuare ad utilizzare le equazioni di Lorentz. Ma la velocità relativa tra i due osservatori ora è esattamente 0. Se poni v=0 nelle equazioni di Lorentsz vedi che queste divengono esattamente le trasformazioni di Galileo.
In pratica, una volta che uno dei due ha accelerato quello che è fatto è fatto. La realtà per lui diviene quella associata alla nuova velocità.
Riesci a vedere ora perchè la tua domanda posta in quei termini era illogica? E perchè erano illogiche altre cose che ti domandavi partendo da premesse errate (tipo ipotizzare unicamente una contrazione spaziale mentre il tempo rimane assoluto)?
L'osservatore in stazione vede anche pero' il vagone accorciato e il punto dove il raggio arriva e innesca l'esplosione deve sempre essere coincidente con il punto di arrivo del raggio stesso visto dall'osservatore all'interno del vagone.Ma l'accorciamento del vagone rispetto alla stazione sposta anche il punto di impatto del raggio diminuendo quindi la pendenza del raggio e di conseguenza il ritardo ipotizzato sara' di molto inferiore a quello previsto, addirittura piu' e' veloce il vagone
piu' dovrebbe rallentare il tempo al suo interno ma se si accorcia la diagonale tendera' sempre piu' ad avvicinarsi alla normale diminuendo quindi il ritardo, sembrerebbe che i due effetti si contraddicano.
Ora dovrebbe esserti chiaro cosa c'è di errato in queste domande. Stai mescolando arbitrariamente il punto di vista di un osservatore con quello dell'altro. Anche il problema dell'accorciamento del treno è un falso problema. Il treno si accorcia per chi è in stazione ma per chi è sul treno è quello che è. Il punto di impatto del segnale invece, che è ciò che ci interessa, è un punto e come tale non c'è nulla che possa accorciarsi. Ti rimando a ciò che ho detto prima il punto di impatto è coincidente per l'osservatore sul treno e per quello in stazione: questa è la premessa del discorso e non ha senso svolgere un discorso in cui si tenta di contraddire le premesse.