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Voi credete in Dio? Perché?

Questa sezione serve per discutere temi etici e morali, possibilmente con discrezione.
Martianbuddy
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da Martianbuddy » 23/06/2015, 21:37

Eccomi tornato, volevo sapere da 1994: nn credi in Dio quindi? Ma io vorrei capire perché.
Grazie :P
1994
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da 1994 » 29/06/2015, 23:05

Penso che non esista, però non posso escludere niente.
Ripeto: pensare è diverso da credere.
Io penso e quindi sono più razionale: non dico subito sì o no.
Al contrario per chi crede è così e basta. Roba da farci rimanere nelle caverne :D
Grazie per il ben tornato.
Sdp.
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da Sdp. » 23/07/2015, 2:02

Io sono agnostico. Credo in Dio solo quando mi fa comodo. Non sono una brava persona, sono opportunista; a volte ho bisogno di una speranza probabilmente perché sono umano.
teoria del tutto
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da teoria del tutto » 23/08/2015, 7:28

Prima di pensare alla mia teoria credevo solo a dio perche' se esistiamo qualcosa doveva averci creato.ora invece credo anche al signore e ai dodici comandamenti.il signore ci a proposto il paradiso(l'universo) i dodici comandamenti sono regole generali per entrarci o meglio per darci la possibilita gratuitamente di entrarci.noi possiamo entrarci pagando cosa?le dificolta della vita che impiegheremo a capire come uscire dalla terra.se ci lascera passare pero'.
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Aspie96
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da Aspie96 » 26/08/2015, 20:24

Non ho capito un accidente.
Se il paradiso è l'universo, come possiamo entrarci? Ne facciamo parte.
1994
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da 1994 » 28/08/2015, 19:18

Aspie96 ha scritto:Non ho capito un accidente.
Se il paradiso è l'universo, come possiamo entrarci? Ne facciamo parte.

So solo che ci vorrebbe un facepalm gigante.
Giulio91
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da Giulio91 » 30/09/2015, 11:23

Salve a tutti, rispondo oggi anche se noto che è da qualche mese che non scrivete più. Io parlo da Cristiano e si, credo in Dio. Ho avuto un passato ateo, poi agnostico ed infine da credente. E' importante per me sottolineare che ho passato tutti gli steps fino ad arrivare a questo mio status. E l'ho fatto usando la ragione, la mia. E' iniziato tutto riflettendo sulla grandiosità del mondo e dell'universo e soprattutto su ciò che angoscia da sempre l'uomo: la morte. Ho cercato interpretando filosofia e l'opinione di molta gente "saggia" di trovare qualche risposta. Ma non le trovavo. Neanche una. L'uomo con la propria mente non può trovare una risposta a questa domanda. Dio esiste? Secondo me si, perchè il nichilismo è senza solide fondamenta. La fede in Dio invece no, è supportata dalla perfezione del mondo, della natura e di tutti i suoi meccanismi dimostrati e tradotti a noi grazie alla scienza. Il caso, non può aver creato tutto ciò che vediamo ogni giorno. Guardiamo le stelle ad esempio, non ci danno la sensazione di essere moscerini in un universo infinito del quale per lo più conosciamo solo una piccolissima parte? Attribuire l'esistenza della vita al caso è allo stesso livello di affermare che Dio ha creato l'universo. E' un salto che ognuno decide di fare personalmente (per me un atto di fede). Con la logica e la scienza non capiremo mai e mai sapremo perchè Dio esiste. Il perchè di tutto a noi non è consentito conoscerlo e saperlo. Io francamente mi accontento di questo stato di non conoscenza, perchè a me, basta credere in Dio e quindi sapere che esiste. Il fatto che l'uomo ha sempre cercato di attribuire a qualcosa di superiore la creazione del mondo, il senso della vita etc, non implica il fatto che Dio non esista per davvero. E' quindi inutile cercarne di trarre delle conclusioni sulla figura di Dio, sul perchè della sua esistenza e altro ancora.. Non lo scoprirà mai l'uomo con la ragione. Io ho cercato piuttosto di accettare il fatto così com'è senza pormi troppe domande (che poi non portano comunque da nessuna parte). Io credo in Dio senza problemi, non è necessario tracciarne una sua figura oltre la figura di Creatore, Padre etc per crederci o meno. A noi non ci è dato saperlo questo.
L'errore di molta gente (tra cui gente coltissima ed intelligentissima!!!!) è quello di non cercare Dio nella propria vita. Ci facciamo poche domande e riflettiamo troppo poco sulla vita. Io tempo fa, riflettendo sul perchè della vita e sulla morte, non riuscivo a trovare mai pace, mai serenità perchè cari lettori, abbiamo tutti una cosa in comune che ci sta aspettando: la morte. E da questa non possiamo sfuggire.
Molta gente crede nel nulla eterno (sonno eterno), ma con quali prove? Dimostratelo! Io pure non posso dimostrare che esiste Paradiso ed Inferno ma lo vedremo tutti quando la nostra vita finirà. Quello, sarà un punto di non ritorno, nel quale tutti avranno prova dell'esistenza di Dio o meno. Se non l'abbiamo cercato nella nostra vita andremo a patire per l'eternità all'inferno. Io ho iniziato a cercare Dio proprio considerando questo punto di non ritorno. Punto dal quale nessuno potrà sfuggire. E per questo, invito tutti a riflettere bene.
Dio esiste e si è manifestato nella storia dell'uomo. Io personalmente come molti altri sono venuto a conoscenza di questo tramite i testi sacri.
Quale religione è quella vera? Beh, non mi dilungo troppo per non uscire dalla domanda. Ammettendo quindi l'esistenza di Dio e studiando le varie religioni, non ci mettiamo molto a capire e discernere il falso dal vero. Io sono Cristiano e se lo sono c'è un perchè. L'essere nato in Italia e non in medio oriente sicuramente mi ha reso tutto più semplice, ma la mia decisione è frutto di una scelta ragionata e riflettuta. Non confondete però il lusso e lo sfarzo del Cattolicesimo con il messaggio vero del Cristianesimo. E' un errore che troppi fanno, e pure stupidamente perchè giudicano senza ragionare a fondo. Contestatemi liberamente, accetto tutto perchè tutto è costruttivo! Con affetto! Giulio
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da Aspie96 » 30/09/2015, 16:57

Giulio91 ha scritto:Il caso, non può aver creato tutto ciò che vediamo ogni giorno.

Infatti non è stato il caso, ma la natura.
Sebbene, a livello quantistico, esista il caso, non è certo (solo) a causa di esso che oggi esiste tutto ciò che vedi.
La natura lascia spazio per il caso, ma non molto.

Giulio91 ha scritto:Guardiamo le stelle ad esempio, non ci danno la sensazione di essere moscerini in un universo infinito del quale per lo più conosciamo solo una piccolissima parte?

Conosciamo una sfera di 65 miliardi di anni luce di diametro.
Sarà anche una piccola parte in percentuale, ma io non la chiamerei "piccola".

Giulio91 ha scritto:Attribuire l'esistenza della vita al caso è allo stesso livello di affermare che Dio ha creato l'universo. E' un salto che ognuno decide di fare personalmente (per me un atto di fede).

Non fare questa asserzione dopo aver evidenziato la grandezza dell'universo.
Sarebbe a dir poco incredibile se in un universo così grande, forse infinito, non si fosse sviluppata vita e probabilmente c'è vita, anche intelligente, su milioni di altri pianeti.
Data una palla di magma, è quasi impossibile che, per puro caso, su questa si sviluppi la vita.
Dati quadriliardi di palle di magma, è praticamente certo che su uno di essi debba svilupparsi la vita.

Giulio91 ha scritto:Io ho cercato piuttosto di accettare il fatto così com'è senza pormi troppe domande (che poi non portano comunque da nessuna parte).

Non ti portano da nessuna parte perché non te le poni.
Le domande e la ragione sono i lumi della conoscenza.
Meno accetti, più aumenta la tua cultura: se non accetti qualcosa per fede, e provi a smentirlo, aumenterà la tua comprensione di ciò che è vero e smetterai di credere ciò che è falso.

Giulio91 ha scritto:L'errore di molta gente (tra cui gente coltissima ed intelligentissima!!!!) è quello di non cercare Dio nella propria vita.

Cercare di vedere qualcosa non è sempre un errore, ma va fatto con cura.
Se qualcosa è vero, devi cercare di fare previsioni sul futuro, e non deduzioni sul passato.

Giulio91 ha scritto:Ci facciamo poche domande e riflettiamo troppo poco sulla vita.

Comportamento tipico di chi accetta e "non si fa troppe domande".

Giulio91 ha scritto:Se non l'abbiamo cercato nella nostra vita andremo a patire per l'eternità all'inferno.

Insomma, credere per convenienza, "just in case".
Non ricordo chi sostenesse questo tipo di fede, tuttavia, ti dico io che cosa c'è nell'aldilà: un dio geloso e crudele, incazzatissimo perché c'è gente che crede in altri dei (come il dio cristiano). Se tu credi nel dio cristiano, ti manda all'inferno perché sei stato Infedele. Tuttavia, se sei ateo (e quindi, comunque, non credi in lui), allora ti perdona e ti manda in Paradiso: è vero che non credevi in lui, ma per lo meno non lo hai fatto sentire tradito.
Pensi che sia sbagliato? Dimostralo!
Ad essere atei non si è più o meno a rischio, da questo punto di vista.
Inoltre, diciamocelo: un dio che ti punisce perché non credi in lui non è un buon dio, è uno stronzo.
Un dio che ti punisce perché ti sei comportato male è quasi un dio decente, ma per comportarsi bene non serve essere credenti (sono una delle persone più moraliste che io conosca, pur essendo ateo).

Giulio91 ha scritto:Dio esiste e si è manifestato nella storia dell'uomo.

Errore: ti stai basando sul passato.
Mancano le previsioni sul futuro.

Giulio91 ha scritto:Io personalmente come molti altri sono venuto a conoscenza di questo tramite i testi sacri.

Seriamente (molti lo dicono con tono offensivo, per me è una domanda seria): per quale motivo dovrebbero essere più attendibili di Topolino?
A parte il fatto che contengono errori storici o scientifici (l'uomo non è nato sei giorni dopo la terra, spiacente!) e anche errori filosofici (se pensi che la schiavitù sia giusta o che le donne valgano umanamente meno degli uomini, allora sei immorale, punto), cosa darebbe a questa raccolta di libri (perché non è un libro, ma una raccolta) una qualche sorta di attendibilità superiore a quella di un romanzo di Harry Potter?

Giulio91 ha scritto:Ammettendo quindi l'esistenza di Dio

Ma perché ammetterla, se non ammetti nemmeno l'incontestabile esistenza di una teiera che orbita intorno alla Terra (è davvero incontestabile, è in realtà un'ipotesi ben più solida dell'esistenza di Dio).

Giulio91 ha scritto:Contestatemi liberamente

Credo di averlo fatto.
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Aspie96
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da Aspie96 » 30/09/2015, 17:01

Ah, e Benvenuto, Giulio! :D
francesco.aliotta
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Re: Voi credete in Dio? Perché?

Messaggio da francesco.aliotta » 01/10/2015, 20:18

Giulio 91 ha scritto:
Ho avuto un passato ateo, poi agnostico ed infine da credente.


Ovviamente questo è il tuo percorso. E non è l'unico possibile!
Io ho avuto invece un passato da agnostico, poi da credente per passare dall'ateo convergendo infine nuovamente in una specie di agnostico.
Il primo step, quello dell'agnostico originale, credo che lo abbiamo avuto tutti, Giulio96 incluso.
Voglio dire che sicuramente siamo venuti al mondo, tutti indistintamente, senza porci in alcun modo l'esistenza di un Dio.
Nei primi mesi di vita, non credo di aver avuto altre preoccupazioni se non quella di ingurgitare cibo e poi defecare. Ovviamente, non me ne ricordo...ma credo proprio che le cose siano andate così.
Quindi, l'idea di Dio non è certamente stata un'idea innata, almeno per quanto mi riguarda. E credo che sia così per tutti.

Poi io sono nato in una famiglia cristiana. I miei almeno dicevano di credere e, probabilmente, era vero.
La conseguenza logica è che io sono stato battezzato e poi sono stato cresciuto con la sovrapposizione di una serie di proposizioni relative alla morale (in linea di principio condivisibili e laiche) e di racconti mitologici legati al credo cristiano. Parte dell'educazione consistette nel farmi frequentare l'immancabile corso di Catechismo. Una serie di domandine con risposte preconfezionate da mandare acriticamente a memoria. In pratica, almeno in questa prospettiva, fui educato a non ragionare.
Il risultato fu che per un lungo periodo della mia vita fui un credente. Almeno, credevo di essere un credente.

Evidentemente avevo i miei dubbi inconsci. L'evento scatenante lo ricordo perfettamente! Un mio cugino, all'età di 18 anni (io ne avevo 15) andò a sfracellarsi con la sua moto nuova di zecca ed io mi trovai distrutto (gli ero molto legato) a presenziare al suo funerale cristiano. Due giorni prima avevo seguito un documentario in cui veniva mostrata la cerimonia funebre presso una tribù africana (non mi ricordo di che tribù si trattasse). Ma mi ricordo che mi colpirono molto i suoni ed i canti prodotti da quelli che venivano presentati sostanzialmente come dei selvaggi. La cerimonia del funerale di mio cugino consistette in una Messa Cantata. E mentre piangevo, mi trovai improvviasamente a fare un parallelo tra quei canti e quel rito e quelli dei selvaggi che avevo visto sul televisore. Capii che non vi era alcuna differenza. Era chiaro che la mia religione e quella della tribù fossero due religioni diverse: ma il succo del discorso non cambiava. Le due cerimonie erano sostanzialmente identiche, il dolore era identico, e la speranza che il morto non fosse morto in eterno era identica. Ma mi fu chiaro che la speranza era solo un sogno. Forse dettato dalla paura della fine senza speranza. E, improvvisamente, mi calmai. La morte non rappresentò più una paura: divenne solo un fatto inevitabile della vita. Smisi di piangere per mio cugino. Mi fu chiaro che non avevo alcun motivo di piangere per lui. Nel senso che il mio pianto non rappresentava in alcun modo una condivisione di un suo dolore. Lui, certamente, non provava un bel niente. Allora piangevo per me! Forse mi rammaricavo del fatto di non poter più parlare con lui. Ma questo rammarico era certamente irrazionale! Potevo rammaricarmi quanto volevo, ma le cose non sarebbero cambiate. Quindi, molto meglio conservare i ricordi e abbandonare il dolore. I ricordi erano reali ma il dolore no, era solo un mio stato mentale. Vi sembrerà strano ma improvvisamente compresi che potevo dominare i miei stati mentali e indirizzarli come meglio credevo senza alcun bisogno di un costrutto religioso. Alla fine ero più che sereno e in pace con me stesso senza la religione. A che mi serviva allora la religione? Ad un bel niente! Probabilmente, solo a rendermi indistinguibile da quelli che anch'io consideravo in fondo esseri primitivi!
Ed ecco che diventai ateo. Tutte le religioni divennero improvvisamente uguali per me. E tutte, indistintamente, divennero un puro costrutto umano.

Poi, crescendo, iniziai a leggere qualcosa sulle varie religioni. Non perchè mi interessassero in quanto tali. Era una curiosità puramente antropologica. Mi incuriosiva capire come le diverse religioni si combinassero con le diverse pratiche sociali, tutto qui.
Confesso che, probabilmente complici alcuni libracci che tentano di fare parallelismi insensati tra alcune visioni della Fisica (si, la Scienza e la Fisica in particolare erano un mio interesse principale sin dall'età di 10 o 11 anni) e alcune concezioni legate al taoismo, ci fù un periodo in cui provai una certa attrazione per il buddismo. Ma anche rischiando di trasformarmi in buddista sempre ateo restavo. Il Buddismo dimostra proprio che una concezione religiosa non ha alcun bisogno di un Dio.
L'innamoramento per il buddismo non durò molto. Pensiero autonomo quanto volete, ma sempre un ragazzo occidentale rimanevo. Avendo almeno intravisto l'intima relazione tra religione ed ambito sociale, mi fu presto chiaro che io non avevo molto a che vedere con il buddismo. Certamente non in una maniera intima e profonda.
Questo, per rispondere almeno in parte a ciò che ha scritto Giulio96. Non esiste una religione che sia più vera di altre. Tu potrai anche convincerti di ciò. Ma tu semplicemente credi che una sia più vera di altre. Parlare di risolvere razionalmente la decisione di quale sia la più vera è, paradossalmente, un pensiero molto più irrazionale del credere acriticamente. La religione più vera, cioè la più accettabile una volta che hai deciso di credere, è quella che più si adatta al tuo contesto sociale. Poi, un occidentale può anche convertirsi al buddismo. Ma fino a che continua a vivere da occidentale, la conversione è solo un convincimento mentale che non trova alcun riscontro nei suoi comportamenti quotidiani.

Probabilmente questo passaggio (quello che mi portò a sfiorare il buddismo) è il motivo per il quale oggi preferisco definirmi un agnostico. Non ho alcun motivo razionale di non credere. E non ho nemmeno alvun motivo razionale per dire che non credo a qualcosa che sfugge la mia comprensione razionale. Sopravvive forse una sorta di misticismo. Probabilmente ho una vaga intuizione di un Unità Universale. Ma in fondo questo misticismo non è molto diverso dal dire che, in fondo, io credo che ci sia un'Unità Universale che possa essere comprensibile. Se volete, io non credo in una verità rivelata ma, in qualche modo, credo in una verità rivelabile. Probabilmente, sempre di un atto di fede si tratta. Ma è diverso dall'atto di fede di Giulio96. Stare a discutere se il mio atto di fede è più razionale di quello di Giulio96 (e per me lo è sicuramente) mi pare un discorso inutile, impraticabile e senza alcun senso. Ecco perchè preferisco dire di essere un agnostico. Ognuno crede al suo atto di fede ma comprendere sino in fondo perchè ci crede è veramente arduo se non impossibile. Quindi non mi domando nemmeno perchè io credo alla mia visione dell'Universo. Ci credo, punto e basta. La trovo utile per dare un senso al lavoro che faccio. In sintesi, la cosa mi rende sereno. Se il mio atto di fede mi rende sereno, perchè perdere la serenità interrogandomi sul significato, a priori insondabile, del mio atto di fede? Molto meglio che ognuno si tenga per se la propria fede e lasci stare in pace quella degli altri!
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