Stiamo facendo manutenzione.

Non ne posso più, tutti mi ignorano

Ebbene sì, accettiamo anche questi.
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Non ne posso più, tutti mi ignorano

Messaggio da [email protected] » 07/10/2018, 21:39

Come da titolo, non ne posso più.

Apro questo topic in seguito ad una piccola crisi personale causata da una grandissima rivelazione:
"nessuno mi caga"

Allora, sono giunto a questa conclusione dopo che mi sono reso conto di come la maggioranza delle persone si comportano nei confronti della mia persona.

Premetto che ultimamente sono diventato più introverso, sarà che attualmente non ho una professione che mi metta in contatto con molte nuove persone, sarà che i miei interessi personali tendano a isolarmi e che le poche persone con cui sono in contatto regolarmente tendono a ignorarmi quando parlo.

Negli ultimi tempi, sono stato vittima di alcune situazioni sgradevoli nelle quali mi sono sentito veramente "invisibile".

Una sera, per esempio, sono uscito con un gruppo di miei amici (decidendo in seguito che sarebbe stata per l'ultima volta). essendo poco più di sei persone ho dato la disponibilità della mia macchina per passare a prendere qualcuno. All'ora del ritrovo sono andato a prendere un paio di loro, che non si sono fatti trovare perché erano andati nel frattempo ad un altro punto di ritrovo, gli ho detto di venirmi incontro per trovarci (qualcosa come 4 minuti di latenza fra i miei messaggi e le loro risposte) e sono finito ad aspettare 15 minuti da solo nella mia auto perché gli altri stavano aspettando l'altro autista che era in ritardo.
Non è finita qua, quando stavamo parlando fra di noi non riuscivo LETTERALMENTE a comunicare con nessuno, iniziavo a dire una minima frase di senso compiuto e qualcuno (di loro) iniziava a parlarmi sopra! E la reazione degli altri non era minimamente sgradente (nessuno ha pensato: "ma che fa? Stava parlando lui e l'altro gli parla sopra?") al contrario, la loro discussione sembrava proseguire come se io non esistessi.

Per un momento addirittura si è creato un momento di silenzio, ne ho approfittato per dire qualcosa e nessuno mi ha risposto e nemmeno guardato!

L'esito di quella serata è stato sistematico... Sono stato 45 minuti a giocare con il mio cellulare sommerso dall'angoscia.

Ora ci tengo a precisare che loro non sono persone ignoranti, al contrario, sono persone piuttosto intelligenti e discretamente acculturate (come me) e io cercavo di discutere sugli argomenti considerati al momento, non dicevo cavolate fuori dal contesto attuale.
Da lì ho deciso che NON uscirò mai più con loro.

Quando parlo con i membri della mia famiglia (siamo in quattro: i miei genitori, e ho una sorella) bene o male mia sorella tende ad ascoltare quello che dico, anche se spesso non è in vena di sostenere discussioni serie con me cercando in tutti i modi di congedarsi.
I miei genitori... Beh, i miei genitori sono una sorta di strani primati che sembrerebbero manifestare sintomi di atrofia di alcune zone cruciali del loro cervello, mi spiego:
Quando parli con una persona di un argomento ben definito, per esempio l'ippica, ti aspetti che questa persona parli di cavalli. Magari questa tende a sviare verso argomenti marginali quali la ferratura, le carrozze, o persino i cowboy! Argomenti dei quali il contesto non è proprio esclusivamente associato al cavallo di per sé, ma comunque sufficientemente pertinenti.
Quando parlo con i miei genitori di (prendiamo un'istanza reale) come saldare due fottuti tubi di ferro, chiedendo un SEMPLICISSIMO parere (per te tiene o no? Tu li disporresti in un altro modo prima di saldarli? Potrei seguire un procedimento diverso per attaccare questi due tubi efficacemente?), beh, qua la cosa si fa disastrosamente assurda: Sembra davvero che elaborare una frase composta da un verbo e un sostantivo ("saldare" e "tubi") sia un peso che apporta un carico mentale devastante per la loro testa. E la risposta è davvero imprevedibile! dal semplice silenzio tombale al: "passami il sale".
Certe volte inizio a parlargli e poco dopo iniziano a fare qualcosa (non so, trinciare il pollo per cena) e mentre gli parlo si vede che la loro concentrazione viene a mancare. terminato il mio discorso dico: "hai capito" e mi rispondono "sì" e io allora chiedo: "ok, allora rispiegami brevemente quello che ti ho detto". Quanto segue a quest'ultima domanda sembra una barzelletta, una presa in giro o semplicemente l'argomento discusso 8 minuti prima.

Io non sono una persona che se ne frega dei problemi con le persone, non mi piace ignorare degli evidenti problemi interpersonali irrisolti; oggi infatti mentre chiedevo a mio padre la sua opinione sulla "saldatura di due tubi" lui continuava a spostarsi da una stanza all'altra, al che commento a mia madre: "ma io che cosa cazzo sono? Esisto? Qual è il fine ultimo della mia vita? Stare qua a fare da arredamento? Sono un oggetto inanimato e la gente non mi percepisce?" Vedendo il mio stato di evidente alterazione mio padre ha interrotto il suo interminabile cambio ricorsivo di stanza e mi ha detto "dimmi, ti sto ascoltando" Ovviamente non mi stava ascoltando, ma per ottenere quel parere personale sulla saldatura dei tubi ho scelto di non verificare quanto stesse effettivamente ascoltando, ho semplicemente sintetizzato tutto il discorso in una semplice domanda: "secondo te, se disponessi i tubi così e li saldassi, avrebbero una buona tenuta? ..."

La risposta a questa domanda comprova davvero la paradossale imprevedibilità dei processi di natura deterministica che portano la mente di questa persona a prendere una decisione basata sul contesto di riferimento e il ragionamento logico necessario all'elaborazione, e in seguito pronuncia, di una frase di senso compiuto volta a fornire una risposta alla questione posta.

Ammetto che la frase precedente è frutto di tutta la mia frustrazione conseguente alla risposta che mio padre mi ha dato alla domanda sui "tubi da saldare".

La risposta di mio padre alla domanda: "secondo te, se disponessi i tubi così e li saldassi, avrebbero una buona tenuta? ..." è stata: "passami l'acqua".

Io non ho più pronunciato una parola. Sono andato verso la bottiglietta dell'acqua, l'ho presa con la mia mano destra, sono uscito dalla porta d'ingresso che si affaccia sul giardino, rialzata con un piccolo dislivello pedonabile grazie a tre gradini. Giunto a passo veloce sull'estremità del gradino più alto, ho fatto un balzo, e alla massima altezza ho lanciato violentemente la bottiglietta dell'acqua per terra sfruttando la velocità di caduta del mio corpo. Dopo l'impatto, ho iniziato a correre in direzione del punto dove la bottiglietta si è fermata e ho sferrato un calcio a quest'ultima facendola schizzare sotto alla siepe che traccia il confine del giardino.

Sono tornato in casa, ho preso il mio maglione, le chiavi di casa mia, quelle della mia auto, il telecomando del garage e quello del cancello, sono uscito con il sottofondo dei miei genitori che mi chiedevano allarmati dove stessi andando, e me ne sono tornato alla mia casa sulla mia auto. Poco dopo mi è arrivato un messaggio da parte di mia madre contenente un URL che porta ad una pagina di Facebook dove un inserzionista sta cercando di vendere dei tubi di ferro a 11 euro...

Cosa dovrei farmene di quell'inserzione? Io ho già dei tubi, perché mai devo comprarne altri? Perché nessuno mi ha ancora dato il parere sulla saldatura dei tubi di cui già dispongo? È mai possibile che lei non si sia resa conto che per farmi stare meglio le sarebbe bastato darmi una sua opinione su come procedere alla saldatura di quei tubi piuttosto che inoltrarmi per messaggio la prima cosa trovata con Google per darmi un contentino? (es. gratta via l'eventuale ruggine per migliorare la qualità della saldatura; mi sarebbe bastato che mi chiedesse: "puoi ri-spiegarmi come vorresti disporre i tubi?")
Ovviamente la risposta è ovvia: nessuno di loro sa che ho solo bisogno del parere sulla saldatura! Nessuno di loro sa come devo disporre i tubi, e nessuno di loro sa perché sto assemblando quei tubi!

Che idiota che sono, avrei potuto dargli tutte queste informazioni prima di fare quella scenata, sarebbe stato più semplice ottenere da loro quel parere se gli avessi spiegato brevemente, efficacemente e con semplicità la modalità con cui devo fissare quei tubi e sul perché sto assemblando quel prodotto con pochi euro di materiali piuttosto che comprarne uno nuovo da 110 euro,
al fine di ottenere un loro parere sarebbe stato utile dirgli queste cose... ...PER LA SETTIMA VOLTA CONSECUTIVA!

Credetemi, almeno il 70% della comunicazione che ho con loro è un totale fallimento a senso unico... Parlano come se fossero dei bambini ritardati, esprimono i loro punti di vista senza oggettività. Io capisco pienamente il senso di quello che cercano di comunicarmi quando parlano con me (spesso e volentieri di persone che non sempre conosco le quali fanno cose di dubbia moralità o senso civico), "questo ha fatto quello, ma lo sai che quella gente che fa così c'è da starci alla larga, guarda che tu sei fortunato ma una volta non era così". Discorsi tanto facili quanto noiosi, poi quando cerco metaforicamente di "fargli indossare gli occhiali dell'oggettività" (se questa persona ha fatto quello avrà avuto una motivazione valida o non, non preoccuparti che io, come tutti i sani di mente fanno, già sto alla larga dalla gente che fa cose strane; e, se una volta mancavano alcuni comfort non è mai morto nessuno, né tu né io abbiamo mai assistito ad una guerra quindi direi che non c'è mai stato quel grande divario generazionale)
Molte volte queste discussioni banali tendono ad alterare la soggettività delle esperienze di mia madre (e di conseguenza il suo stato morale), oppure mettono in evidenza le paradossalità che mio padre inconsciamente esprime quando parla di qualcosa come se sapesse tutto indicativamente, dando per vere delle affermazioni non verificate di cui lui sembra essere sicuro.

Vediamo alcuni esempi:

Mia madre non sembra andare molto d'accordo con alcuni dei nostri parenti; cioè, lei personalmente esprime cordialità personalmente nei loro confronti per questioni di apparenza. Poi quando nasce qualche discussione in loro assenza volta a capire "chi si comporta male nei confronti di chi" sembra che noi siamo imparentanti con una catasta di M---e umane, cosa che ho constatato in prima persona essere una esagerazione. Ammetto che ho raramente a che fare con questi parenti, ma alcuni tendono a mostrare le sfumature del loro carattere descritte da mia madre ad un livello infinitesimale. Se devo essere sincero, sono le persone più cordiali con cui io possa aver mai avuto a che fare.

Mio padre non sa nulla di elettromagnetismo, se non che le calamite si attaccano ai materiali ferromagnetici; non sa cosa sia l'induzione elettromagnetica, né come funziona un motore elettrico. Una volta però si è ostinato a spiegarmi che le onde elettromagnetiche si propagano per mezzo dell'aria, e che le esplosioni disturbano il loro "suono". Io nel mio scetticismo verso questa "madornale stronzata" gli ho chiesto "e allora come fa la sonda Voyager 1 a comunicare con noi se fra lei e la Terra ci sono ben 20 miliardi di chilometri di vuoto totale?" evidenziando la paradossalità delle sue presunzioni espresse ostinatamente come assolute verità date sistematicamente come tali perché "se non funziona così, come diavolo dovrebbe funzionare?"

A 12 anni dissi a mio padre di aver scoperto la natura del tempo e della massa, spiegandogli che il nostro spazio tridimensionale PRESENTE è una fetta che si muove (presumibilmente alla velocità della luce) lungo una direzione a noi spazialmente incomprensibile dandoci l'illusione del fluire del tempo, questa quarta dimensione è la "durata", e le pieghe di questo costrutto quadridimensionale sono la massa che caratterizza stelle pianeti e buchi neri e conferisce loro l'attrazione gravitazionale. La sua risposta è stata: "che stai dicendo!!! noi siamo qui! adesso! sulla TERRA! Stai con i piedi per terra!".

Scusate alcune parole impertinenti del mio linguaggio, ma credo che loro siano irrecuperabili sotto questo aspetto. Troppo tempo, troppa ignoranza.
teoria del tutto
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Iscritto il: 05/08/2015, 15:23

Re: Non ne posso più, tutti mi ignorano

Messaggio da teoria del tutto » 08/10/2018, 12:44

Pensa a quanto tempo ho scritto in questo forum senza avere risposte. Poi mi hai risposto tu. Poi anche tu hai smesso di scrivere.
Non credo che la gente non voglia sentirti ma penso che sei in quei periodi che la gente che ti sta attorno vuole solo essere ascoltata, se poi parli di cose che non capiscono ti evitano.
Quindi a volte dovresti fingere di avere un problema semplice da risolvere che sano anche loro risolvere(e oviamente semplice per te), come stai facendo ora solitamente problemi esistenziali sono problemi soggettivi che hanno avuto tutti prima o poi, ma per ognuno si hanno soluzioni differenti.
Comunque non fartene un problema al primo errore che commetti dovrai staccarli di dosso e cercherai tranquillità(prova solo ad inciampare per finta).poi fammi sapere come e' andata.
Nomento
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Re: Non ne posso più, tutti mi ignorano

Messaggio da Nomento » 08/10/2018, 16:09

Ciao a3816357
Purtroppo è tutta colpa dello spietato individualismo che regna in questa società, malata di eccessi, dove il noi, è stato definitivamente sostituito dall’io, .....io devo essere il migliore, il più intelligente, il più istruito, il più ricco o il più bello....tutte cose positive che innalzano il proprio valore, se fossero però presenti in un contesto di equilibrata e armoniosa crescita individuale, dove non si è trascurato, nessun aspetto dell’essere.
Possiamo così trovare uomini disadattati perché hanno curato poco l’insieme di ciò che siamo, e non è difficile imbattersi in chi si sente superiore ad altri solo perché più colto, o più bello perché ha scolpito il suo fisico dedicando ore in palestra, o in chi si sente potente perché più ricco, ma anche impreparati nei rapporti sociali e colmi di paure, per non sapere amare.
È facile quindi parlare e non venire ascoltati oppure ascoltare e non capire, perché è difficile intuire se siamo noi il problema.
L’eccesso di egocentrismo spesso crea una carenza proprio nei valori sociali, tra cui l’umanità ed empatia.....
Nomento.
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