Stiamo facendo manutenzione.

Interessante intuizione sulle dimensioni del cosmo

La fisica, lo studio della natura, la regina di tutte le scienze. Non poteva non avere un'area dedicata.
francesco.aliotta
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Re: Interessante intuizione sulle dimensioni del cosmo

Messaggio da francesco.aliotta » 23/12/2014, 13:11

Se fino a qui ci siamo ora possiamo proseguire e parlare di isocronia.


Non ci siamo affatto, altro che sincronia. Per la verità, tu non sei in sincronia nemmeno con te stesso.

Provo a farti vedere perchè. Se è vero che hai capacità di visualizzazione non puoi non vedere!

Cominciamo dal tuo cerchio. Un cerchio non è e non può essere monodimensionale. Un cerchio è, per definizione, bidimensionale. Se il cerchio rappresenta lo spazio (congelato in un istante) servono due coordinate spaziali per individuare un punto sulla circonferenza. Parlare di curvatura significa che la variazione di una delle due coordinate spaziali non è lineare con la variazione dell'altra. Infatti il cerchio è una quadrica ed è solo per questo che puoi dire che lo spazio non è piatto.
L'altra possibilità (la ripeto per completezza, dato che tu l'hai esplicitamente esclusa) è che nel tuo grafico il tempo sia la seconda coordinata che serve ad individuare un punto sulla circonferenza. Se adotti questa scelta, allora puoi dire che la tua circonferenza è spazialmente monodimensionale. Rimane comunque bidimensionale perchè ogni punto è definito da due coordinate, una spaziale e l'altra temporale. Questa scelta implica che lo spazio curva intorno al tempo, oppure che il tempo curva intorno allo spazio. Dire una cosa o l'altra è esattamente dire la stessa cosa. Certamente, in questo caso non posso dire che lo spazio si chiude su se stesso. O lo spazio si chiude intorno al tempo oppure il tempo si chiude intorno allo spazio. E' geometria e la Fisica o la Cosmologia non c'entrano affatto!

L'ultima possibilità è esclusa dal fatto che tu collochi il tempo lungo il raggio. Quindi, non ci sono alternative. Sulla tua circonferenza ci sono, già così come l'hai disegnata, due coordinate spaziali.
Se la ruoto intorno ad un diametro ottengo una sfera (che ha tre coordinate spaziali in quanto è una cubica) ed ottengo una sfera ordinaria. A meno che tu non voglia, per motivi che non hai mai detto, dire che secondo te esistono quattro coordinate spaziali.

Quello che rappresenti come un cono formato da una superficie completamente piatta è racchiuso in 3 dimensioni.
Lo spazio per semplicità diventa monodimensionale (dalle 3 dimensioni spaziali noi vediamo solo una dimensione, avvolta a sua volta in una dimensione extra per chiudersi a cerchio).

Questa frase è schizofrenica! Il cono che io ho disegnato (e che trovi in moltissimi schemi dello spazio-tempo relativistico) è certamente tri-dimensionale. Le tre dimensioni sono due dimensioni spaziali ed una dimensione temporale (l'asse del cono). Lo spazio bidimensionale è curvo perchè una dimensione curva intorno all'altra. Non vi è alcuna necessità di una dimensione "extra" come tu sembri voler ritenere. La dimensione "extra" la tiri fuori come un coniglio dal cappello di un prestigiatore. Ma non serve a nulla. Anzi è fuorviante e priva di senso. Per lo meno è contraddittoria con la tua stessa affermazione che il cono che io ho disegnato sia tridimensionale. Deciditi, è tridimensionale o è quadridimensionale. Io l'ho disegnato e ti dico che è tridimensionale e che non c'è alcuna dimensione "extra" più o meno nascosta. Il fatto che il cono sia tridimensionale è un fatto e non un'opinione. E sui fatti non ha senso stare a discutere.
Se è tridimensionale, vuol dire che manca solo una dimensione spaziale. Se aggiungo questa dimensione, il cono diventa quadri dimensionale e il cerchio diviene tridimensionale (cioè una sfera). D'altronde, il grafico è quadridimensionale perchè e solo perchè sto trattando il tempo come una dimensione. Se disegno una sezione dell'ipercono (cioè se taglio il cono con un iper-piano tri-dimensionale) ottengo la proiezione della sezione sull'iperpiano. Questa sezione è tridimensionale ed è una sfera. D'altronde, la proiezione o la sezione rappresentano lo spazio congelato ad un tempo. E lo spazio è e rimane tridimensionale. Se non è così tutto è incoerente. Il tuo iper-iper-etc., non significa nulla e non è coerente con nulla. In ogni caso, non è coerente con la relatività. Nella rappresentazione relativistica lo spazio (e quindi le iper-superfici dell'iper-cono e le varie sezioni) sono tridimensionali. Rappresentano lo spazio ordinario. Il cono è quadri-dimensionale perchè c'è il tempo come quarta coordinata. E la variazione del tempo con lo spazio non è lineare, nemmeno localmente. Questo perchè la geometria è iperbolica che significa è una quadrica (anche se in quattro dimensioni, non ci sono potenze superiori al quadrato).

Io credo, che il tuo errore discenda da una cattiva valutazione del tuo stesso disegno. Guarda quindi il tuo disegno o uno dei miei in prospettiva frontale (il mio Panel C, per intenderci) che è la stessa cosa.

Io credo il tuo errore discenda dal fatto che la circonferenza che tracci abbia una misura che è una lunghezza, quindi espressa in metri e non in metri quadri. Questa osservazione è probabilmente la sorgente del tuo ritenere che lo spazio, in questa figura, sia mono-dimensionale (altrimenti, dovremmo avere una lunghezza espressa in m[sup]2[/sup]).
Questa tua osservazione sarebbe corretta se valutata nella maniera giusta. Purtroppo, fai un errore grossolano. Quando hai scritto che la distanza dall'origine è data dal prodotto ct, tu hai dato inevitabilmente una doppia valenza al significato di questa distanza. Questa distanza ha un significato temporale, t (espresso in secondi), ma ha anche un significato spaziale, ct (espresso in metri).
Questa miscelazione di due significati deriva dal fatto che, nella tua proiezione, stai riportando un oggetto tridimensionale su un piano bidimensionale. La proiezione fa sì che l'asse dei tempi (il puro asse dei tempi) non sia visibile. Ecco perchè io ho cercato di farti vedere cosa succede in tre dimensioni disegnando il cono. L'asse dei tempi (quello dei tempi "puri"), nella tua proiezione è sparito ma c'è. L'asse delle distanze dal centro si vede ancora. Un punto è individuato da due coordinate. Lo spazio (lo spazio globale) non è la circonferenza ma è tutta l'area racchiusa dalla circonferenza (che infatti nel tuo disegno ha dimensioni espresse in m[sup]2[/sup]). Lo spazio esiste indipendentemente dal tempo (DEVE esistere indipendentemente dal tempo dato che il tempo è un asse ortogonale ai due assi spaziali). E lo spazio totale è dato dall'area spazzata dalle tue circonferenze mentre si espandono NEL TEMPO. Il confine istantaneo di questo spazio è la tua circonferenza. Questa ha una misura espressa in metri. Ma questo avviene solo perchè tu stai tagliando il tuo spazio bidimensionale con una linea di spessore nullo. Spessore nullo, significa tempo nullo. Ma siccome il tuo raggio non è t ma è ct, tempo nullo significa percorso (cioè distanza spaziale) nulla. Tu hai tracciato una linea (la tua circonferenza) che taglia lo spazio bidimensionale. Questo cancella una dimensione spaziale. Non la cancella del tutto perchè la curvatura è il segno che l'altra coordinata è ben presente (altrimenti, ripeto, niente curva). Quindi la circonferenza ha una misura espressa in metri ma sempre una figura geometrica bidimensionale rimane. Tu puoi muoverti lungo la circonferenza pensando di muoverti secondo un'unica coodinata. Ma sbagli nel non renderti conto che lungo una circonferenza tu ti muovi in uno spazio che rimane bidimensionale. La seconda coordinata spaziale c'è sempre. E' la curvatura della circonferenza che rimane costante quando ti sposti da un punto all'altro. Se non ti rendi conto di questa cosa geometricamente ovvia, ti ritrovi a pensare che la tua unica coordinata spaziale curvi perchè stai ruotando intorno ad una coordinata "extra". Quella che tu chiami coordinata "extra" è banalmente la seconda coordinata spaziale. Tu confondi quello che è lo spazio con quello che è lo spazio-istantaneo. Il secondo è un oggetto che tu hai definito univocamente in relazione al tempo. E' un confine istantaneo dello spazio. Ed in quanto confine ha una dimensionalità più bassa dello spazio. Se io guardo verso la direzione apparente dell'origine (quello che tu hai chiamato BigBang, anche se il BigBang sarebbe una cosa sostanzialmente diversa), guardo su grandi distanze spaziali e temporali. Nello spazio ordinario, il nostro, vedo che il BigBang è distribuito uniformemente su tutta la calotta sferica. Questo è il risultato di una distorsione dovuta alla proiezione sullo spazio tridimensionale di un evento quadridimensionale. La dimensione proiettatta è il tempo, la proiezione avviene su tutti i tre assi spaziali ed il risultato è quello che tu osservi. Se VEDI veramente a quattro dimensioni, questo è quello che devi vedere.
Di nuovo, stiamo parlando solo di geometria e questo è ciò che dice la geometria. Non è arbitraria ed ha un significato univoco.

N
el primo disegno ho rappresentata tutta la luce che arriva in un punto, nell'altro modello c'è rappresentata la luce che parte da un punto. In ogni caso, ogni singolo fascio di luce segue una traiettoria curva.
Nel primo disegno il fascio di luce sembra una palla da rugby, questo perché la luce che proviene da tutte le direzioni forma sempre un angolo di 45° con ogni superficie.


Anche qui, non stai riuscendo a visualizzare niente! Primo, non ti rendi conto del fatto che, utilizzando le tue definizioni, le aree che stai disegnando in giallo sono mostruosamente più piccole di ciò che dovrebbero essere. Secondo, continui a non renderti conto che se, in un punto, la velocità della luce è rappresentata da un raggio che proviene dall'origine non vi è modo di disegnare un secondo percorso (quello curvo) per un raggio di luce che provenga dallo stesso punto. La velocità della luce è rappresentata univocamente da una direzione. Se cambi direzione non è più la velocità della luce. Terzo, continui grossolanamente a sbagliare a disegnare l'angolo di 45° (quello che indica la velocità della luce) sul piano della circonferenza. E' vero che la direzione della velocità della luce è inclinata di 45° rispetto alla coordinata spaziale. Per la verità deve essere inclinata di 45° anche rispetto alla coordinata temporale (pura, quindi t e non ct). Quindi, la direzione della luce è inclinata di 45° rispetto al piano del tuo disegno (e non è sul piano del tuo disegno). La velocità della luce esce dal piano del tuo disegno. Se la vuoi proiettare sul tuo piano, la proiezione, in un punto arbitrario della circonferenza, è sempre il segmento che unisce il centro del tuo disegno con il punto.
Se VISUALIZZI veramente, DEVI vedere questo. Se non visualizzi, dovresti almeno renderti conto che la proiezione che descrivo io salva la tua definizione iniziale di direzione di espansione del tuo spazio (un'espansione uniforme dal centro ai bordi). La direzione di espansione e la direzione della velocità della luce sono la stessa direzione (è la tua definizione iniziale). Se tu cambi la direzione della velocità della luce (ed è ciò che fai disegnando le tue curve) significa che stai cambiando anche la direzione di espansione dello spazio. Non la stai cambiando solo localmente, la stai cambiando nel tempo e nello spazio in maniera arbitraria ed inconsistente con le tue premesse.

Infine, vorrei che sia chiaro che a questo punto non è un dibattito tra opinioni diverse. Si tratta di discutere di fatti. I fatti riguardano come deve essere fatto un disegno quando le regole da utilizzare per il disegno sono stabilite una volta per tutte.
Quindi, credo che perchè questa discussione abbia senso occorre che si utilizzi un linguaggio comune (le regole). La domanda a cui non hai mai risposto è la seguente: quali sono le regole che utilizzi per fare il tuo disegno? E poi. le altre domande. Qual è la direzione della luce, che essendo una costante quella è e quella deve rimanere? Che procedura utilizzi per disegnare i confini delle tue aree gialle? Come questa procedura è consistente con le definizioni che tu mi avrai dato?
Immagino che, per tracciare i tuoi disegni tu abbia in mente un metodo rigoroso. Non sarà matematico in senso stretto. Ma almeno sarà esprimibile con una sequenza di istruzioni. Vuoi darmi una buona volta per tutte questa sequenza di istruzioni? Se tu non me le dai io non posso far altro che utilizzare la geometria concludendo che il tuo disegno è errato o privo di significato.
Se non hai le regole, cioè se non segui una procedura e le linee che tracci (tipo i confini delle aree gialle) sono tracciate a mano libera e sono solo una rappresentazione "artistica" allora possiamo anche fermarci. Il modello non è un modello ma è solo un disegno, un pittogramma che rappresenta un'intuizione, e niente di più. Se non trovi una maniera per formalizzare la tua intuizione (ripeto, una formalizzazione a parole è sufficiente), il tuo modello non è un modello. Per essere un modello devo poterlo riprodurre io (e con me chiunque altro ti stia leggendo). Se io non riesco a farlo, non è colpa mia. Sei tu che hai stabilito le tue regole. Se non le espliciti e non racconti passo-passo come ottieni i tuoi disegni non puoi ritenere che qualcuno possa comprendere cosa vuoi dire.
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Re: Interessante intuizione sulle dimensioni del cosmo

Messaggio da [email protected] » 03/01/2015, 21:04

francesco.aliotta ha scritto:Un cerchio non è e non può essere monodimensionale.

Infatti, parlando di circonferenza abbiamo un oggetto bidimensionale senza alcuna area.

francesco.aliotta ha scritto:Questa frase è schizofrenica! Il cono che io ho disegnato (e che trovi in moltissimi schemi dello spazio-tempo relativistico) è certamente tri-dimensionale. Le tre dimensioni sono due dimensioni spaziali ed una dimensione temporale (l'asse del cono). Lo spazio bidimensionale è curvo perchè una dimensione curva intorno all'altra. Non vi è alcuna necessità di una dimensione "extra" come tu sembri voler ritenere. La dimensione "extra" la tiri fuori come un coniglio dal cappello di un prestigiatore. Ma non serve a nulla. Anzi è fuorviante e priva di senso. Per lo meno è contraddittoria con la tua stessa affermazione che il cono che io ho disegnato sia tridimensionale. Deciditi, è tridimensionale o è quadridimensionale. Io l'ho disegnato e ti dico che è tridimensionale e che non c'è alcuna dimensione "extra" più o meno nascosta. Il fatto che il cono sia tridimensionale è un fatto e non un'opinione. E sui fatti non ha senso stare a discutere.

Stai facendo molta confusione; il cono può essere visto come una rappresentazione tridimensionale nel caso teniamo in considerazione il modello semplificato (con una dimensione spaziale, per convenzione grafica).
Diventa una figura pentadimensionale se prendiamo in considerazione tutte e tre le dimensioni spaziali.

La dimensione extra che "tiro fuori dal cappello" non è altro che la dimensione in cui si avvolge lo spazio per chiudersi a cerchio. Lo spazio semplificato in una sola dimensione appare come un segmento, mi segui? Se lo avvolgiamo a cerchio otteniamo la dimensione extra di appoggio. Non è una mia invenzione, è una conseguenza del cono; nulla di strano, ne di inventato. È la stessa cosa che dici tu sul fatto che la circonferenza ha 2 dimensioni.

francesco.aliotta ha scritto:Se disegno una sezione dell'ipercono (cioè se taglio il cono con un iper-piano tri-dimensionale) ottengo la proiezione della sezione sull'iperpiano. Questa sezione è tridimensionale ed è una sfera.

Ora ho capito, siamo su due piani completamente differenti;

tu vedi ogni "fetta" del cono come una superficie di spazio, lo spaziotempo è il volume di questo cono; 2 dimensioni spaziali e una temporale,
io vedo uno spaziotempo piatto, una sola dimensione spaziale (la linea della circonferenza) e una dimensione temporale. Lo spaziotempo come l'area superficiale del cono.

Guardando i tuoi panel dei coni ho capito che lo spaziotempo era l'area superficiale del cono, non ho immaginato che tu intendessi dire che si trattava di tutto il volume.

Se quello che prendi in considerazione tu e solo l'universo osservabile allora la tua visualizzazione può ritenersi corretta, ma se teniamo conto di tutto il volume e il tempo dell'universo, e questo universo ha uno spazio chiuso allora questo modello non è più valido. Cosa succede ad un oggetto posto sull'orizzonte cosmico (sul confine di questo cerchio) che si allontana dal centro del cerchio? In uno spazio chiuso, questo oggetto dovrebbe comparire sul lato opposto, questo non è possibile se non ripieghiamo lo spazio chiudendolo. (un po' come una formica che cammina su un bastoncino monodimensionale, se la formica cammina dritta prima o dopo va verso la fine del bastoncino; in uno spazio chiuso questa formica prima o dopo torna al punto di partenza, e l'unica soluzione è quella di piegare il bastoncino in un anello; per farlo abbiamo bisogno di una dimensione di appoggio.

francesco.aliotta ha scritto:Io credo il tuo errore discenda dal fatto che la circonferenza che tracci abbia una misura che è una lunghezza, quindi espressa in metri e non in metri quadri. Questa osservazione è probabilmente la sorgente del tuo ritenere che lo spazio, in questa figura, sia mono-dimensionale (altrimenti, dovremmo avere una lunghezza espressa in m2).

Infatti, questa è la conferma.
Io ho semplificato lo spazio di una ulteriore dimensione per chiuderlo a cerchio, tu invece hai preso in considerazione delle fette di spazio finite. Il mio modello non ha un confine spaziale, in quanto lo spazio si chiude su se stesso, mentre il tuo invece ha una sorta di "confine magico" non ben delimitato.

francesco.aliotta ha scritto:Questa distanza ha un significato temporale, t (espresso in secondi), ma ha anche un significato spaziale, ct (espresso in metri).

Non è lo spaziotempo un tutt'uno? Se non erro tu hai misurato sia spazio che tempo in secondi quando hai applicato le trasformazioni di lorentz a degli ellissi.

francesco.aliotta ha scritto:Lo spazio (lo spazio globale) non è la circonferenza ma è tutta l'area racchiusa dalla circonferenza

A dire il vero non è proprio così, lo spazio perde una ulteriore dimensione per poter essere rappresentato chiuso. quindi lo spazio perde in tutto 2 dimensioni per potersi chiudere a circonferenza ed essere rappresentato in quello schema. Non ha senso parlare di m[sup]2[/sup] in questo spazio perché sarebbe come se misurassimo in m[sup]3[/sup] la superficie di una sfera (impossibile).

Comunque secondo me le traiettorie dei raggi di luce sono giuste, in quanto seguono la "piegatura" della circolarità dello spazio e tendono ad assumere quella traiettoria curva. due traiettorie di fotoni, che si intersecano in un punto, assumono per caso diverse forme. se i fotoni si avvicinano allora abbiamo una forma di palla da rugby, se le curve si allontanano allora la forma diventa concava. Se aprissimo questo cerchio e "raddrizzassimo" lo spazio, i raggi di luce sarebbero tutti rettilinei e inclinati di 45° rispetto allo spazio.
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Re: Interessante intuizione sulle dimensioni del cosmo

Messaggio da francesco.aliotta » 06/01/2015, 12:35

Comunque secondo me le traiettorie dei raggi di luce sono giuste, in quanto seguono la "piegatura" della circolarità dello spazio e tendono ad assumere quella traiettoria curva. due traiettorie di fotoni, che si intersecano in un punto, assumono per caso diverse forme.


Parto da questa frase conclusiva che è emblematica! Che le traiettorie siano giuste secondo te non vuol dire un'emerita mazza! Se non dici perchè le traiettorie sono quelle e non altre non dici assolutamente nulla. Come calcoli le traiettorie? E quale principio adotti quando fai il calcolo? Voglio dire, perchè, secondo te la velocità della luce dovrebbe avere, localmente, una direzione inclinata di 45° con la tangente? Non mi dire che lo fai per salvare le trasformazioni di Lorentz perchè se mi dovessi dire una cosa del genere vorrebbe dire che non hai mai compreso il significato delle trasformazioni.
Il problema è che tu vuoi presentare un modello. Allora devi dire per prima cosa i principi su cui il modello si basa. I principi, ovviamente, non devi spiegarli, altrimenti non sarebbero principi. Ma devi indicarli chiaramente e poi devi dire perchè, secondo te, essi siano autoevidenti. Fatto questo, puoi costruire il tuo modello definendo delle regole di costruzione che siano logiche (cioè non contraddirsi reciprocamente). E devi dire quali siano le regole agli altri altrimenti il tuo modello non è un modello: è uno scarabocchio su un foglio di carta o su qualsiasi altra superficie atta allo scopo.
Io ti ho chiesto quali siano le tue regole ma tu continui a fingere di non comprendere. Se dobbiamo dialogare, ignorare le domande non è un atteggiamento serio!
Io comincio a pensare che tu non abbia queste regole. Forse mi sbaglio (non lo saprò mai finchè tu non deciderai di rispondere alla domanda) ma il fatto che hai scritto che due traiettorie di fotoni che si intersecano in un punto assumono
per caso
forme diverse, la dice tutta! Se il modello è un modello non può esserci spazio per il caso!

Dalla serie dei tuoi post sembra che almeno un principio sia stato espresso (anche se non esplicitamente).
Il principio è: la velocità della luce è una costante e non può essere superata. Questo è il postulato di base della relatività e non sembra che tu lo metta in discussione. Se invece fosse in discussione, sarebbe il caso che tu ne spiegassi le motivazioni.
Quando tu disegni il tuo cerchio e lo definisci come il luogo dei punti equidistanti dall'origine, e dici che la distanza tra l'origine e un punto sulla circonferenza è uguale a ct, dici semplicemente che un segnale che proviene dall'origine ha impiegato un tempo t per raggiungere la circonferenza. Questo vuol dire che la circonferenza non può mai rappresentare TUTTO LO SPAZIO, come tu vorresti farmi intendere. La circonferenza rappresenta unicamente tutti i punti dello spazio che sono stati raggiunti, al tempo t, dal segnale. Cosa ti fà ritenere che non possa essere stato emesso dall'origine un secondo segnale che viaggia ad una velocità inferiore a quella della luce, per cui al tempo t, quel segnale non avrà ancora raggiunto la circonferenza? Se fosse così, potrei tracciare una seconda circonferenza con raggio vt, dove v è la velocità del secondo segnale. Quindi i cerchi di raggio ct e di raggio vt, sarebbero sincroni e sarebbero punti dello spazio diversi. Tu continui a dire che lo spazio sta tutto sul cerchio e non sull'area. Per cui il cerchio rappresenta lo spazio che SI ESPANDE. Questa affermazione non è però consistente con quanto hai detto prima. Perchè TU hai detto che il raggio del cerchio è ct, quindi hai detto che il raggio rappresenta una distanza ed hai anche detto che questa distanza è misurabile. Io non so cosa tu vorresti dire o cosa credi di aver detto. Comunque, se ci rifletti, capisci che ciò che hai detto è esattamente ciò che io sto riportando. E tutto ciò è profondamente illogico: TU dici che tutto lo spazio è sulla circonferenza e poi, sempre TU, collochi una distanza spaziale al di fuori della circonferenza.
Se prendo alla lettera le tue parole non ho altra scelta: la circonferenza è il limite dello spazio correlato da principi di causa-effetto con l'evento nell'origine. Ma non è e non può essere TUTTO LO SPAZIO.
Se fosse tutto lo spazio, cioè se vuoi descrivere un'espansione dello spazio e non nello spazio, il raggio della circonferenza non può avere le dimensioni di una distanza. Ti dirò di più. Non può essere misurabile. Se fosse misurabile infatti, un righello che si trova sulla circonferenza risulterebbe inalterato durante l'espansione (che è ciò che a un certo punto della discussione tu hai sostenuto). E questo vorrebbe dire che l'espansione avviene nello spazio (ed è misurabile). Se invece è lo spazio che si espande, allora si espande anche il righello, l'espansione esiste ma non è misurabile e quindi non ha senso dire che il raggio della circonferenza è ct.
Come vedi sei tu che stai facendo un'estrema confusione.

Infine, non è chiaro che cosa sia per te LO SPAZIO. Se si parla di un'astrazione matematica, e quindi il tuo modello descrive solo una geometria, allora non ha senso parlare di espansione.
Se invece con SPAZIO intendi un concetto fisico, allora possiamo parlare di espansione. Di nuovo, questo spazio fisico non può essere il vuoto, il vuoto (nel senso del nulla) non esiste! Dobbiamo riempire lo spazio di materia o di energia (che è la stessa cosa). Spazio e materia assumono quindi lo stesso significato (ecco perchè il righello non può non espandersi). E le eventuali curvature sono dovute all'energia racchiusa nel nostro spazio.
Ma tu non hai mai parlato ne di materia ne di energia, quindi, come si curvi lo spazio per te non è per nulla evidente.
E non è evidente nemmeno cosa significhi per te un
dimensione di appoggio
.
Perchè lo spazio si curvi non occorre alcuna dimensione di appoggio. Le tre dimensioni usuali sono più che sufficienti. Serve solo definire la metrica dello spazio che, per avere curvatura, non può essere quella euclidea. Io credo che tu non comprenda affatto cosa vuol dire "CURVARE LO SPAZIO".
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Re: Interessante intuizione sulle dimensioni del cosmo

Messaggio da [email protected] » 13/01/2015, 0:13

francesco.aliotta ha scritto:Che le traiettorie siano giuste secondo te non vuol dire un'emerita mazza!

Tracciale su un foglio, simulale con un computer, vedrai che ottieni quella forma.

francesco.aliotta ha scritto:Voglio dire, perchè, secondo te la velocità della luce dovrebbe avere, localmente, una direzione inclinata di 45° con la tangente?

Perché un raggio di luce esiste nello spazio-tempo con quella inclinazione, perché un fotone si muove alla velocità di c, quindi percorre "c metri ogni secondo", quindi la traiettoria è inclinata di 45° rispetto allo spazio e di 45°rispetto al tempo.

francesco.aliotta ha scritto:Io ti ho chiesto quali siano le tue regole ma tu continui a fingere di non comprendere. Se dobbiamo dialogare, ignorare le domande non è un atteggiamento serio!

Le regole sono quelle della relatività, riguardo le domande faccio il possibile per fornirti risposte esaustive che comunque non portino la discussione fuori dal contesto necessario.

francesco.aliotta ha scritto:forme diverse, la dice tutta! Se il modello è un modello non può esserci spazio per il caso!

La forma assunta dai "coni di luce" è una conseguenza dell'espansione dello spazio. Non assume una forma di un cono perfetto perché lo spazio si espande all'aumentare del tempo.
se lo spazio rimanesse lo stesso nel tempo (senza espandersi) allora il cono sarebbe perfetto.

Tu sicuramente hai a disposizione strumenti migliori dei miei nel campo delle simulazioni, prova a simulare un cono di luce in uno spazio che si espande, poi pubblica il risultato.

francesco.aliotta ha scritto:Questo vuol dire che la circonferenza non può mai rappresentare TUTTO LO SPAZIO

No, la circonferenza rappresenta TUTTO LO SPAZIO in un istante infinitesimale di tempo, l'area del cerchio rappresenta lo spaziotempo.

francesco.aliotta ha scritto:il raggio della circonferenza non può avere le dimensioni di una distanza.

A dire il vero il raggio misura il tempo trascorso dall'evento iniziale (big bang), ogni segmento rappresentato su questo cerchio è misurabile.
Prima che tu dica che questo modello è newtoniano, prendo in discussione gli iper-ellissi.
Se cambiamo la velocità del sistema di riferimento le circonferenze tendono a diventare iper-eccentriche.

francesco.aliotta ha scritto:TU dici che tutto lo spazio è sulla circonferenza e poi, sempre TU, collochi una distanza spaziale al di fuori della circonferenza.

TU mi hai trascritto l'equazione della metrica dello spaziotempo, questo perché spazio e tempo sono dimensioni metaforicamente come la lunghezza e larghezza di un foglio di carta; misuri la lunghezza del foglio in metri e la larghezza in secondi, quando però devi misurare una distanza che giace sul foglio che non è perpendicolare ad uno dei due lati ti trovi in difficoltà.
Questo perché la tua misura dovrebbe essere una combinazione di spazio e tempo, per superare questo ostacolo misuriamo sia spazio che tempo con la stessa unità di misura, ponendo 1 s = 300 000 000 m

In questo modo si possono misurare tutte le lunghezze spaziotemporali adottando la stessa unità di misura.

francesco.aliotta ha scritto:Se fosse così, potrei tracciare una seconda circonferenza con raggio vt, dove v è la velocità del secondo segnale. Quindi i cerchi di raggio ct e di raggio vt, sarebbero sincroni e sarebbero punti dello spazio diversi.

No, lo spazio si espande costantemente alla stessa velocità nel modello,
Se un segnale va più lento (oppure sta fermo) semplicemente si troverà in un punto diverso della stessa circonferenza. Non è la velocità di un segnale che determina il raggio della circonferenza, perché questa velocità è sempre la stessa (c). Semplicemente la traiettoria del fotone sarà più inclinata di quella del segnale "lento" rispetto alla direzione del raggio.

francesco.aliotta ha scritto:E questo vorrebbe dire che l'espansione avviene nello spazio (ed è misurabile). Se invece è lo spazio che si espande, allora si espande anche il righello, l'espansione esiste ma non è misurabile e quindi non ha senso dire che il raggio della circonferenza è ct.
Come vedi sei tu che stai facendo un'estrema confusione.

Dunque, lo spazio si espande, quindi la sua lunghezza aumenta ogni istante di tempo che passa, se dovessi rappresentare una sezione di spaziotempo che si espande con un disegno mi uscirebbe qualcosa come un trapezio; la base minore è lo spazio all'istante t1 e la base maggiore è lo spazio all'istante t2; l'altezza è il tempo. Concordi?
Se concordi allora continua a leggere quanto sto per scrivere.
Perché l'espansione dello spazio è palusibile e non si tratta di un aumento della "scala"?
Ti invito a immaginare la circonferenza c1 e la circonferenza c2: la circonferenza c1 ha un raggio di 10 secondi, la circonferenza c2 ha un raggio di 11 secondi; ok?
di fatto la circonferenza c1 ha una lunghezza di circa 31,415 ∙3∙10[sup]9[/sup]m mentre la circonferenza c2 = 34,556 ∙3∙10[sup]9[/sup]m, ok?
praticamente lo spazio dal decimo all'undicesimo secondo di vita si è espanso di 3,141 ∙3∙10[sup]9[/sup]m
tempo trascorso:1s
lunghezza iniziale spazio: 31,415 ∙3∙10[sup]9[/sup]m
totale espansione: 3,141 ∙3∙10[sup]9[/sup]m

ora immagina le circonferenze c3 e c4, la prima circonferenza ha il raggio di 20 miliardi di anni, mentre la seconda ha 20 miliardi di anni + 1 secondo
di fatto da c3 a c4 passano esattamente 1 secondi di tempo, lo spazio aumenta sempre di 3,141 ∙3∙10[sup]9[/sup]m di lunghezza, ma la lunghezza iniziale è comunque di svariati miliardi di anni luce.

Il fattore che garantisce un'espansione dello spazio (e non della "scala") è che il tempo rimane costante ma lo spazio si allunga, un secondo è sempre un secondo, ma l'universo ha una lunghezza diversa.
Quindi, se misuri la lunghezza d'onda della frequenza di decadimento di un atomo ottieni sempre la stessa misura e di conseguenza le stesse leggi fisiche. Ogni secondo che passa è uguale al precedente, ma la lunghezza totale dello spazio no.

Se non ti trovi in accordo con me, prova tu a spiegarmi cosa intendi con "universo in espansione".

francesco.aliotta ha scritto:Perchè lo spazio si curvi non occorre alcuna dimensione di appoggio. Le tre dimensioni usuali sono più che sufficienti.

Quì non mi trovo molto in accordo;
premeto innanzitutto che con "dimensione di appoggio" intendo dire una dimensione nella quale un oggetto si può piegare occupandola; mi spiego:
Un segmento è un oggetto monodimensionale, ha solo una dimensione che è la lunghezza, se la pieghiamo fino a formare un semicerchio, questa linea non avrà comunque un'area ma occupera 2 dimensioni (una lunghezza e una larghezza)
se prendiamo un piano (oggetto bidimensionale, con un'area, una lunghezza e una larghezza) e lo deformiamo fino ad ottenere un paraboloide, otteniamo un oggetto tridimensionale, in questo caso un oggetto a due dimensioni piegato in una terza dimensione di appoggio. la superficie del paraboloide è tridimensionale ma non ha volume alcuno, possiamo comunque misurarne l'area superficiale.

Se noi prendessimo un ipervolume quadridimensionale (come lo spaziotempo) e lo pieghiamo lungo una quinta dimensione di appoggio, otteniamo un oggetto a 5 dimensioni.

Possiamo fare uso anche di più dimensioni di appoggio, per esempio possiamo trasformare un segmento monodimensionale, attorcigliarlo come una molla e ottenere un oggetto tridimensionale che fa uso di due dimensioni di appoggio.

Piegare lo spazio lungo le tre dimensioni spaziali non vuol dire nulla, ti serve una dimensione aggiuntiva.
Per lo spaziotempo (quadridimensionale), senza una curvatura in una quinta dimensione di appoggio, mancherebbe la massa.

Dal momento che nel mio modello non stiamo menzionando le masse, ho accennato il concetto di curvatura ESCLUSIVAMENTE per richiudere lo spazio su se stesso attorno al big bang.

Qunidi RICAPITOLANDO:

3 dimensioni spaziali, chiuse<-- riesci almeno a immaginare 3 dimensioni chiuse?
Per chiuse immagina un segmento che si chiude a cerchio o un piano che si chiude a sfera; queste sono 3 dimensioni chiude ad ipersfera.

La dimensione temporale non è rettilinea, è radiale, non segue un asse; parte dal centro e si proietta in tutte le direzioni spaziali attraverso l'"iper-volume" e descrive il tempo

Secondo me il problema sta nel fatto che tendi a immaginare solo 4 assi perpendicolari fra loro in 4 dimensioni e nulla di più. Non riesci ad avvolgere i tre assi spaziali in una geometria sferica e a collocare l'origine dei raggi "t" al centro dello spazio-tempo.
francesco.aliotta
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Re: Interessante intuizione sulle dimensioni del cosmo

Messaggio da francesco.aliotta » 13/01/2015, 17:08

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ha scritto:
Tracciale su un foglio, simulale con un computer, vedrai che ottieni quella forma.

e poi ha scritto:
Perché un raggio di luce esiste nello spazio-tempo con quella inclinazione, perché un fotone si muove alla velocità di c, quindi percorre "c metri ogni secondo", quindi la traiettoria è inclinata di 45° rispetto allo spazio e di 45°rispetto al tempo.

e poi ha scritto ancora:
Le regole sono quelle della relatività, riguardo le domande faccio il possibile per fornirti risposte esaustive che comunque non portino la discussione fuori dal contesto necessario.


Se le regole sono quelle della relatività, allora la direzione della luce non è neanche lontanamente quella che tracci tu ma è quella che ho tracciato io. Cioè la luce è diretta lungo la superficie del cono. Tale direzione è inclinata di 45° rispetto sia all'asse spaziale che a quello temporale. Questa direzione non è e non può mai essere quella che tracci tu ma, nella tua proiezione, deve essere inclinata di 45° rispetto al piano del tuo disegno. Nel tuo disegno può apparire solo la proiezione di questa velocità sul piano, che coincide con il raggio della circonferenza.
A parte il fatto che, continuo a dirlo, tu dai più o meno esplicitamente, due maniere diverse ed inconsistenti per riportare lo stesso oggetto "velocità della luce", la scelta di proporre una velocità della luce inclinata di 45° rispetto alla tangente locale ha il bruttissimo difetto di definire una velocità della luce locale, il che dovrebbe farti vedere subito ti mette in contraddizione con la relatività, per la quale la velocità della luce è un invariante. Nella rappresentazione della relatività la velocità della luce è definita dalla superficie del cono ed è definita univocamente. Nel tuo disegno non ci sarebbe nulla di simile.
Quindi, quando mi dici che hai applicato le regole della relatività per calcolare la direzione della velocità della luce dovresti comprendere che non dici nulla. Forse qualcosa ti ha fatto credere che la relatività stabilisca un metodo per tracciare la direzione della velocità della luce. Se hai capito questo sbagli in maniera definitiva. La teoria della relatività fornisce solo una definizione della direzione della velocità della luce. Quindi: o tu rispetti quella definizione oppure non la rispetti. Se la rispetti sei coerente con la teoria della relatività. Se non la rispetti, come stai facendo tu, stai invece dicendo qualcosa di diverso, che tu te ne renda conto o meno. Definire localmente una quantità non è equivalente ad averne dato una definizione universale. Questo credo debba essere ovvio.
Poi hai scritto:
Dunque, lo spazio si espande, quindi la sua lunghezza aumenta ogni istante di tempo che passa, se dovessi rappresentare una sezione di spaziotempo che si espande con un disegno mi uscirebbe qualcosa come un trapezio; la base minore è lo spazio all'istante t1 e la base maggiore è lo spazio all'istante t2; l'altezza è il tempo

ed un o' di altre cose ovvie che non ripeto.
Qui è evidente che tu non riesci a visualizzare un'espansione dello spazio ma solo un'espansione nello spazio. Forse non è chiaro il concetto di spazio. Lo spazio è sostanzialmente un concetto geometrico. Gli oggetti fisici sono costituiti da una distribuzione di materia nello spazio. Una distribuzione di materia, che se vuoi è una descrizione spaziale del tuo oggetto, non è l'altro che una definizione di corrispondenza biunivoca tra ognuno dei punti appartenenti al tuo oggetto e ognuno dei punti appartenenti allo spazio. Questa corrispondenza biunivoca è quella che è. La stabilisci una volta per tutte ed è un dato di fatto. Voglio dire che, se immagini che lo spazio si espande, devi immaginare che in tuo oggetto si espande insieme allo spazio. Se immagini una cosa diversa, allora immagini che le dimensioni del tuo oggetto cambino nello spazio, oppure che le dimensioni dello spazio cambino nel tempo relativamente alle dimensioni del tuo oggetto (che sono due modi equivalenti di dire la stessa cosa). Quindi deve esserti chiaro che l'espansione dello spazio non può mai essere misurata, per definizione. Quello che puoi misurare è solo un'espansione nello spazio.
Mi sembra proprio che tu abbia totalmente frainteso sin dalle basi il significato sia della teoria della relatività che dell'ipotesi del Big Bang. Ad esempio, dovrebbe esserti chiaro che il Big Bang non è mai stato osservato. Si tratta semplicemente di un'ipotesi. Cosa è che hai osservato? Hai semplicemente osservato che tutte le galassie appaiono allontanarsi da noi ad una velocità proporzionale alla distanza. La velocità di allontanamento che osservi è, evidentemente, una velocità di allontanamento nello spazio e non una dilatazione dello spazio. Ma poi è stato dedotto che la stessa osservazione si sarebbe potuta fare in qualsiasi punto dell'Universo. Quindi, osservatori collocati in diverse posizioni dell'Universo, invertendo la sequenza temporale delle loro osservazioni, giungerebbero alla conclusione di trovarsi al centro del punto di origine dell'esplosione. Come conciliare le diverse conclusioni tratte da ciascun osservatore a proposito del punto iniziale dell'esplosione? Una possibilità è quella di ipotizzare che sia lo spazio ad espandersi durante l'esplosione e non solo la materia a muoversi. I corpi materialo si muovono l'uno rispetto all'altro (e questo è il risultato di una esplosione nello spazio) ma vi è sovrapposta un'esplosione dello spazio che viene introdotta con l'unico scopo di rimuovere l'ambiguità nella definizione del punto di origine (che quindi perde di significato). Ma mentre puoi misurare la prima espansione, quella dei corpi materiali che si allontanano, non puoi, per definizione, misurare la seconda espansione. Deve esserti chiaro che la prima espansione è un fatto, verificabile dai dati sperimentali. La seconda espansione, quella dello spazio, è solo un'ipotesi. Se vuoi, dal punto di vista di una teoria che contempli il BigBang, il BigBang e l'espansione dello spazio sono solo un postulato o un principio su cui costruire la teoria. In quanto principio, non può essere spiegato e non può essere verificato o soggetto a misurazioni. Puoi solo stare a guardare se le conseguenze di tale principio, che sono previsioni su fatti osservabili, sono concordi con le osservazioni. Se tu potessi misurare l'espansione dello spazio, questa cesserebbe di essere un postulato e diverrebbe un fatto osservativo. E ti troveresti nelle condizioni di dover postulare un nuovo principio dal quale possa discendere questo fatto osservativo. Ma noi non siamo in queste condizioni. Nessuno ha mai osservato l'espansione dello spazio, concordemente con l'ipotesi della sua non misurabilità. Questi sono i principi logici di base di ogni teoria scientifica, da Platone e Aristotele in poi.
Se non li tieni ben presenti in mente costantemente confondi ipotesi e fatti e ne trai conclusioni incoerenti.

Tutto questo discorso lo faccio per farti comprendere che il tuo tentativo di introdurre una velocità di espansione dello spazio è illogico ed incoerente. Non puoi introdurre questa velocità dato che questa velocità è totalmente arbitraria, anzi indefinita. Te ne accorgi dal fatto che, qualunque sia la velocità di espansione, quando il raggio dell'Universo diviene grande abbastanza, avresti punti dell'Universo che si allontanano relativamente a velocità superiori a quella della luce. Cioè ad una velocità che non è fisicamente possibile. Non c'è nessuna contraddizione logica nella teoria. La velocità superiore alla velocità della luce non è una velocità fisica ma solo una velocità geometrica, una pura astrazione matematica. La fisica non cambia. Due punti che sono distanti ct, rimangono sempre distanti ct, anche se lo spazio si è espanso. Nel tuo discorso, le illogicità derivano tutte dal tuo miscelare concetti puramente matematici con concetti fisici.

E' per questo che sei portato a cercare una quinta dimensione di appoggio per curvare lo spazio. Non ti stai rendendo conto che il solo fatto di aver indicato una velocità di espansione dell'universo ha trasformato la velocità matematica in una velocità fisica. Avendola trasformata in una velocità fisica hai trasformato la sfera di cui parli in una sfera che definisce l'orizzonte degli eventi visto da un punto che tu chiami BigBang (ma che non coincide con la definizione di BigBang). Che sia un orizzonte degli eventi, che tu te ne renda conto o meno, è implicito nel definire il suo raggio in termini di ct. Se ora disegno tutto in uno spazio quadridimensionale, (tre assi spaziali ed uno temporale) la sfera diviene un'ipersfera. Ma definire il luogo dei punti che si trovano entro una distanza temporale massima dall'origine significa tagliare il mio spazio 4D con una superficie 3D. Il risultato è quello di aver ottenuto una sfera 3D. Se poi voglio individuare il luogo dei punti che si trovano ad una distanza esatta dall'origine (ct) o ad un ritardo ben preciso dall'origine (t), che è dire la stessa cosa, non faccio altro che eliminare una dimensione spaziale e così mi ritrovo con la superficie di una sfera. Lo spazio fisico 3d, se lo riduco ad un istante di durata t=0, si riduce ad una superficie 2D. Questo è un concetto di geometria banale. E la superficie è curva (cioè è una superficie sferica) senza necessità di invocare superfici di appoggio.
Sino a questo momento, ciò che è curvo è l'orizzonte degli eventi e non lo spazio, questo deve essere chiaro.
Per curvare lo spazio, che significa parlare di geodetiche, devi necessariamente invocare una massa e decidere come sia distribuita. Le geodetiche, cioè lo spazio, sono curve a causa della massa e della sua distribuzione. Ora lo spazio può anche essere chiuso (come ti ho già detto questa sarebbe una locuzione non corretta, ciò che si chiude è lo spazio-tempo e non lo spazio da solo). Ma non ti serve nessuna dimensione di appoggio. La massa è sufficiente a dare la curvatura. E qui di nuovo stai facendo confusione non comprendendo la descrizione dell'Universo. La curvatura dello spazio-tempo fisico è prodotta da una causa fisica. E' un concetto che non necessariamente deve essere legato al concetto matematico di espansione dello spazio. Puoi farlo, ma anche se lo fai, la curvatura dello spazio geometrico non ha una motivazione geometrica (una dimensione di appoggio) ma ha solo una causa fisica, la massa.

Come vedi sei tu che non riesci ad immaginare le tre dimensioni spaziali chiuse senza necessitò di una dimensione aggiuntiva. Ma questa è un tuo errore logico. Dovresti rendertene conto immediatamente se riesci a visualizzare cosa significa aggiungere una dimensione. Ogni dimensione, cioè ogni nuovo asse, aggiunge una simmetria al modello. Cioè definisce le operazioni (traslazioni, rotazioni e riflassioni) che lasciano invariato l'Universo. E' perfettamente ovvio quali siano le trasformazioni di simmetria dei tre assi spaziali e di quello temporale. Ma non mi pare ovvio quale sia la trasformazione di simmetria che viene introdotta dal tuo nuovo asse. Una nuova trasformazione di simmetria significa, dal punto di vista fisico, una nuova legge di invarianza. Quale legge di invarianza tu credi sia prodotta dalla tua nuova dimensione? Perchè credi che sia necessario introdurla? Cioè, perchè credi che sia necessario o anche solo utile, introdurre questo nuovo asse nella descrizione (puramente matematica dato che nel tuo modello non appare nulla che sia riconducibile alla presenza di materia) del tuo modello?

Come vedi, stai continuando a non dire nulla del tuo modello a parte il continuare a ripetere che nel tuo modello lo spazio sarebbe curvo. Ma se il modello non discende da una riflessione filosofica sulla costituzione dell'Universo il modello non è un modello ma è solo un disegno. Tu puoi certamente fare il disegno che vuoi e puoi disegnare sfere a 3,4 o N dimensioni. Ma se non dici niente non è un modello è solo un disegno. Se vuoi fare un disegno fallo pure. Ma se usi la parola "modello" devi dire modello di che cosa. Cosa descrive il modello? Che previsioni fa il modello che altri modelli non fanno? Non dirmi che è un modello come un altro perchè descrive le stesse cose di altri modelli in maniera diversa perchè non è così. Il tuo modello descrive un'espansione dello spazio che è misurabile, e nessun altro modello lo fa. Il tuo modello richiede una dimensione aggiuntiva per descrivere la curvatura su scala macroscopica dell'Universo e nessuna altro modello macroscopico lo fà. Il tuo modello contempla la definizione di linee spaziali che sono sincrone e tutto ciò è impossibile all'interno di un qualsiasi altro modello che non sia newtoniano, oltre ad essere contraddetto dall'esperienza. E potrei continuare indefinitamente.
Secondo me il problema sta nel fatto che tendi a immaginare solo 4 assi perpendicolari fra loro in 4 dimensioni e nulla di più. Non riesci ad avvolgere i tre assi spaziali in una geometria sferica e a collocare l'origine dei raggi "t" al centro dello spazio-tempo.


Come puoi capire dal mio discorso ti sbagli di grosso. Io non tento di immaginare nulla. Sono disposto ad immaginare qualsiasi cosa. Ma, anche riducendo praticamente a zero la matematica, non posso portare a zero la logica. La logica deve essere salvata e deve essere rigorosa. Io riesco a vedere la curvatura con solo 4 dimensioni, questo è ovvio. Ma riesco a vedere la curvatura anche con 5 dimensioni, non vi è nessuna difficoltà in ciò. La difficoltà risiede nell'impossibilità (dato che la quinta dimensione tu la vuoi ma non ne spieghi la necessità) nel comprendere in cosa consista la curvatura di cui parli, di cosa sia la dimensione aggiuntiva di cui parli e del perchè hai sentito la necessità di definire un valore fisico per la lunghezza del raggio di curvatura. Che tu continui a spiegarmi cosa sia per te, geometricamente, la curvatura è una cosa del tutto inutile. Non voglio essere presuntuoso ma, credimi, dai pure per scontato che io comprenda benissimo i tuoi discorsi geometrici. Quelle che ti sto facendo sono domande sulla fisica che tu credi stia sotto i tuoi discorsi geometrici. E ancora non mi hai dato nulla che assomigli anche lontanamente ad una risposta.
Incidentalmente, dovrebbe risultarti ovvio che così come non è misurabile l'espansione dello spazio così deve essere non misurabile la curvatura. Tu sei sempre immerso nello spazio e quindi non puoi vedere la curvatura. Il meglio che puoi fare è dedurre la curvatura DELLO spazio da una misura dell'espansione dell'universo visibile NELLO spazio in funzione del tempo. Ancora una volta, devi distinguere rigorosamente tra ciò che ipotizzi e ciò che vedi, tra ciò che il tuo modello dice e tra ciò che tu credi che esso dica. Se mescoli le due cose non puoi far altro che metterti nei guai (dal punto di vista logico ovviamente).
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Re: Interessante intuizione sulle dimensioni del cosmo

Messaggio da teoria del tutto » 18/08/2015, 15:39

Secondo la mia teoria l'universo sta nascendo e non espandendo.il concetto è simile ma diverso.se l'universo si espande dovrebbe prevedere una dilatazione delle distanze con la stessa materia iniziale.mentre una nascita prevede che esiste gia qualcosa ma si sta disponendo in modo che abbia significato ai nostri occhi.quindi noi vedremo che si espande ma creando nuova materia.non so se la mia teoria è giusta ma voi mi dite che le stelle piu lontane sono piu rosse quindi potrebbero nascere e non espandersi da un'unico blocco, ma da un punto si ,ma formandosi nascendo.a volte penso anche che abbia una fine ma cosi lontano non riesco ad arrivare.
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Re: Interessante intuizione sulle dimensioni del cosmo

Messaggio da [email protected] » 09/06/2018, 4:16

Ho avuto il modo di discutere di questa cosa (in inglese e via skype) con un tizio laureato ad Harvard, che gestisce un programma di fisica presso PBS Digital studios. Ha detto che la mia ipotesi di un universo ipersferico, con superfici di non-simultaneità iper-ellissoidali non è molto probabile, ma molto interessante.
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